Coperti da una enorme nuvola di fumo che nasconde la visuale, i Cradle Of Filth salgono sul palco dell’Alcatraz accompagnati dalle urla di entusiasmo dei convenuti. La band attacca con l’accoppiata Dirge Inferno e Tonight In Flames, entrambe tratte da Thornography e subito notiamo come i nostri siano in forma e pronti a garantire una performance di alto livello. Dani Filth, che di certo non si è mai imposto come un vocalist sopraffino on-stage, questa volta è davvero convincente e mostra anche una maggiore versatilità nell’interpretare i brani. Lungi dal nostro gli irritanti atteggiamenti da rockstar che avevano inficiato lo show dell’Evolution Festival, il buon Dani si limiterà a scaldare un pubblico comunque coinvolto e partecipe a suon di “C’mon!” concentrandosi per il resto sul proprio compito, coadiuvato dalla coppia di axe-men formata da Paul Allender e Charles Hedger, autori di un prova decisamente tecnica, complice anche quel sostrato “swedish oriented” che contraddistingue il nuovo Thornagraphy. Notevole anche la sezione ritmica composta dal bassista Dave Pybus e dal nuovo innesto, il drummer ceco Martin Skaroupka, già nelle fila dei britannici Mantas. Completano la line-up la corista Sarah Jezebel Deva, che duetta con Dani in alcuni brani che vedono la compresenza delle voci femminili e la deliziosa tastierista Rosie Smith, autrice dei ricami sinfonici. L’insieme che i Cradle Of Filth ottengono sul palco è davvero armonioso e lo show scorre senza cali di tensione. Da Thornography sarà appunto tratta la maggior parte dei brani proposti questa sera, oltre alle già citate Dirge Inferno e Tonight In Flames, spazio anche a I Am The Thorn, Rise Of The Pentagram, l’accattivante Temptation’ (cover della synth pop band Heaven 17) e Under Huntress Moon. Il resto delle song presenta un insieme di episodi tra i più rappresentativi: Dusk And Her Embrace, Her Ghost In The Fog, Nymphetamine, un medley tra Ebony Dressed For Sunset e The Forest Whispers My Name oltre a Cruelty And The Beast. Ancora tre brani per un ritorno sul palco richiesto a gran voce dai presenti: Gilded Cunt, Cthulhu Dawn (da Midian) e infine From The Cradle To Enslave, forse uno degli episodi più catchy composti dai vampiri di Albione ma decisamente gradito dagli astanti.
Una performance grintosa e inappuntabile che mette in luce l’abilità degli inglesi in un contesto live.
Andrea "AFTepes" Sacchi