Callisto
15/12/2009 - Magnolia - Segrate (MI)
La discesa in Italia dei Callisto per la promozione del terzo album di studio Providence si è articolata in quattro tappe ben distribuite su tutta la Penisola, che hanno consentito ai crescenti appassionati delle sonorità a cavallo tra Post Rock e Post Metal di accostarsi ad un’atmosfera decadente e, a tratti, nordica. Proiettato negli abissi di una musica raffinata e dalle grigie sfaccettature, il Circolo Magnolia di Milano ha visto la partecipazione di un pubblico abbastanza folto, sebbene il numero dei presenti debba essere rapportato al tipo di evento di nicchia organizzato.

 


GALLERY DELL'EVENTO

 

Come band di apertura della serata sono stati scelti i pistoiesi Incoming Cerebral Overdrive, nuova realtà di punta della Supernatural Cat. Nonostante il gruppo si sia evoluto dai primi passi compiuti nel mondo dell’Hardcore più estremo, giungendo alla pubblicazione di Cerebral Heart (2008) e di Controverso (2009), il genere interpretato non risulta soddisfacente, né quantomeno innovativo. La furia Hardcore dalle tinte Noise che tanto accomuna gli Incoming Cerebral Overdrive con celebri formazioni come Converge e Dillinger Escape Plan poco ha in comune sia con gli altri acts che hanno arricchito la scuderia della Supernatural Cat, sia con l’alone avvolgente che emerge in ogni concerto dei Callisto.


Non si discute di certo la tecnica di cui la band toscana è in possesso, perché le vorticose sezioni tessute sono eseguite con precisione ed aggressività, ma appare alquanto ardua l’impresa di suonare il genere dei Dillinger Escape Plan con lo stesso intento sperimentale degli americani.
Pertanto, per una serata come quella che ha visto headliner i Callisto, si sarebbero potute scegliere formazioni del panorama Post Rock italiano più in sintonia con la dimensione plasmata dal sestetto di Turka.

Non appena infatti i finlandesi salgono sul palco, il Circolo Magnolia subisce una profonda trasformazione, poiché i presenti vengono sommersi da un sound meditativo, composto da intrecci di chitarre, divagazioni elettroniche e aure soffuse.

Wormwood ha aperto il concerto con il suo timbro sospeso e sperimentale, evidenziando come anche dal vivo i Callisto riescano a riprodurre i meandri descritti in versione studio; il punto di forza della band è da ricercare nelle aperture sonore e negli intervalli minimalisti, in cui emerge la sensibilità di musicisti capaci di conferire un nuovo registro alla scena Post Metal.
Altrettanto valido e trascinante è il lamento Hardcore che scalfisce le sezioni più impetuose, in cui si riscopre l’anima distorta dei Callisto; alternati al cantato in clean largamente introdotto nel secondo Providence, i timbri graffianti del cantante Jani Ala-Hukkala e del chitarrista Markus Myllykangas fanno riaffiorare i lidi tipici di realtà quali Isis o Cult Of Luna.
Sebbene le canzoni di Providence siano qualitativamente inferiori rispetto alla perla Noir, i momenti di Covenant Colours o di Dead Weight hanno reso parecchio in sede live, dimostrando padronanza del palco ed una certa maturità nel condurre un’esibizione.
Circondati da un’aura nordica e da un professionale distacco, i sei (o meglio sette, data la presenza di un musicista supplementare nella penombra del palco) finlandesi propongono anche una The Fugitive dai toni sublimi ed intrisi di passione.
Il pubblico, incantato da un tale vortice di sonorità lontane e ricercate, è rimasto coinvolto anche durante episodi come Cold Stare e Limb: Diasporas, tratte da un True Nature Unfolds passato quasi inosservato nel panorama internazionale.

In definitiva, una serata densa di contenuti e di sfaccettature inusuali alla gran parte del panorama Post Rock nazionale, che potrà essere ricordata dagli amanti del genere per la sua peculiarità. Un plauso va alla Hard Staff, l’agenzia che ha organizzato le quattro date dei Callisto e che sta fortemente puntando alla divulgazione dei generi sperimentali attraverso concerti di nicchia ma di elevata qualità.

Edoardo Baldini
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