Blackfield
25/02/2007 - Alcatraz - Milano

Manca poco alla pubblicazione mondiale del nuovo album dei Porcupine Tree, ma il buon Steven Wilson non si fa sfuggire l'occasione di un tour da headliner insieme al suo collega del progetto Blackfield, Aviv Geffen, entrambi appena reduci dalla release mondiale del neo-nato Blackfield II.

Passa in fretta l'attesa che intercorre tra l'intervista e lo show in quel di Milano, che con un piccolo ritardo ci permette di varcare le soglie del grande Alcatraz. Il pubblico non è numerosissimo, e ciò consentirà allo spettacolo di essere decisamente intimo, in modo da poter apprezzare al meglio le dolci melodie dei Blackfield.
Non è ancora il loro turno, infatti alle 20 e qualche minuto salgono sul palco, senza tante presentazioni, gli inglesi Pure Reason Revolution e danno via al loro approccio verso il pubblico italiano. Un grande pannello sopra le teste dei membri della band trasmette delle immagini molto particolari, dando all'esibizione un tocco psichedelico, per quanto riguarda il campo audio-visivo.
Il combo inglese ha da poco pubblicato il suo primo full-lenght The Dark Third (successivo al mini-album Cautionary Tales for the Brave del 2005), che fa da colonna portante per tutto lo show proposto dai ragazzi. La cantante/bassista/tastierista Chloe Alper colpisce per la sua spigliatezza ed eleganza sul palco, oltre che per la sua voce notevole. Esibizione molto tecnica, farcita di tanti elementi elettronici, che passa da atmosfere tipicamente prog ad atmosfere quasi grunge, il tempo passa velocemente e il combo è in grado di regalarci 45 minuti di bella musica, in attesa che Steven Wilson e co. salgano sul palco.

21.30 circa, la batteria scandisce il ritmo di Once, brano che introduce anche Blackfield II, e alla fine della sua parte strumentale il gruppo è finalmente completo sul palco: Wilson comincia ad intonare le prime note, il pubblico è decisamente in visibilio, l'atmosfera è calda. Il pezzo è molto energetico, è una canzone che riprende molto lo stile di un gruppo che ha scalato le classifiche mondiali negli ultimi anni - tali Coldplay - e introduce al meglio la formazione. I Blackfield non perdono tempo e ci regalano una prestazione magistrale di Miss You, singolo dal nuovo album che vede Aviv Geffen alle vocals, seguita dalla celeberrima Blackfield. Da notare soprattutto l'intesa che ci sia tra Aviv e Steven sul palco; traspare tutto, sembra proprio ci sia un'alchimia che viene da dentro, qualcosa di sottopelle. E' davvero emozionante vedere due musicisti suonare con tanta passione (anche se Aviv pare molto più alla mano), soprattutto per la resa di brani molto melodici ed 'emozionali' come quelli dei Blackfield. Seguono Christenings e The Hole In Me, brani che fanno parte del repertorio più acustico della band, che riescono a convincere ancora di più delle capacità del particolare duo. I Blackfield ci propongono anche 1000 People e Pain, due semi-ballad eseguite con grande maestria. Il concerto prosegue tutto liscio, non c'è davvero un calo qualitativamente parlando, sia dei brani, che della performance. Wilson è molto concentrato mentre si esibisce, sembra quasi in un mondo parallelo dal quale nessuno può svegliarlo. Molto d'atmosfera Glow, che vede il momentaneo allontanamento della band, ad eccezione di Aviv Geffen che esegue questo brano insieme al suo pianoforte. E qui arriva la sorpresa della serata: infatti subito dopo Glow, Wilson risale sul palco e, accompagnato dal pianoforte di Aviv, si esibisce in una cover della cantante canadese Alanis Morissette, dal titolo Thank You. La canzone è una delle più famose della cantante, e la versione dei Blackfield viene molto apprezzata dal pubblico. Epidemic è un pezzo leggermente più ritmato, che abbandona la malinconia generale dei Blackfield; In sede live rende davvero molto, il ritornello è perfetto da cantare a squarciagola, infatti il duo incitava il pubblico, che rispondeva senza attesa. Someday e This Killer vengono fuse in un unico medley acustico molto suggestivo. I Blackfield ci salutano con End of The World e ci danno appuntamento al prossimo tour...
Il pubblico acclama la band, la voce di Wilson si fa sentire in quel che è l'intro di Hello, splendida ballad tratta da Blackfield; Una batteria già udita all'inizio dello show ci introduce per una seconda volta alla travolgente Once (si suppone adorino suonare questa canzone in sede live), per poi regalarci l'ultima perla della serata intitolata Cloudy Now, un brano dal testo duro, che presenta un refrain molto elettronico, sia nelle chitarre che nella voce distorta di Wilson.
Stavolta è veramente tutto, e sotto gli applausi del (poco) pubblico accorso all'Alcatraz, la band abbandona definitivamente il palco, lasciando ai presenti tanta ma tanta soddisfazione.

In definitiva questi Blackfield sono un vero centro nel bersaglio, a tal punto che se la loro promozione fosse in quantità più alta potrebbero esplodere nella musica mainstream, come fecero qualche anno fa i connazionali Coldplay. Steven Wilson è sempre una garanzia in sede live, mentre Aviv Geffen è stata un'apprezzata sorpresa...a questo punto non ci resta che aspettare un'eventuale tour dei Porcupine Tree in Italia.

Francesco Di Bartolomeo

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