Baroness + Torche + Monroe's Ex
12/10/2006 - Bunker Center, Bolzano
Dopo il boom degli Slowmotion Apocalypse, il Bunker Center di Bolzano offre al pubblico una serata all’insegna della sperimentazione. Baroness, Torche e Moroe’s Ex non sono chiaramente grandi nomi, bensì validi e promettenti gruppi con qualcosa in comune: la voglia di andare oltre gli schemi.




Baroness e Torche, rispettivamente di Savannah (Georgia, U.S.A.) e Miami, fanno tappa nel capoluogo altoatesino durante il loro interminabile tour europeo, per una data da non perdere. Il guest locale è rappresentato dai Monroe’s Ex, fautori di un’interessantissima proposta di cui parleremo in seguito. Oltre alle tre band già nominate, alla serata avrebbero dovuto presenziare anche i Ghetto Ways, complesso di New York dedito ad un piacevole Garage Rock, i quali però hanno dato forfait all’ultimo minuto, dimostrando veramente poca professionalità, sia nei confronti della Poison For Souls che dei propri fan. Il costo d’entrata non varia rispetto al precedente concerto: cinque euro, un prezzo accettabile nonostante i gruppi in scaletta non siano poi tanto famosi in Italia. Il numero delle persone accorse per l’occasione, perlopiù curiosi ed afecionados, aumenta con il passare dei minuti, andando ben oltre quelle che erano le aspettative del sottoscritto. L’atmosfera all’interno del centro giovanile è estremamente rilassata, con i membri dei vari gruppi che sfidano i presenti a partite di calcio balilla, fra scherzi e battute di ogni genere.

I primi a salire sul palco sono i Monroe’s Ex, giovanissimo duo bolzanino composto solamente da un chitarrista ed un batterista. Tutti sanno quanto sia difficile intrattenere un pubblico senza l’apporto di parti cantate, con il conseguente rischio di annoiare ben presto. Stavolta però le cose sembrano andare diversamente: i Monroe’s Ex si rivelano abili nel coinvolgere i presenti attraverso una manciata di pezzi propri e qualche passaggio improvvisato. Il drummer appare talvolta incerto, colpa anche dell’età, mentre il suo collega alle sei corde molto deciso, tecnicamente esperto e, quando serve, anche virtuoso. Neppure un problema tecnico alla batteria impedisce al combo di dare buona prova di sé, variando stilisticamente da un sound che richiama i Katatonia a ritmicità quasi epiche. I Monroe’s Ex, nonostante la proposta tutt’altro che commerciale, hanno convinto sotto molti punti di vista e non devono fare altro che suonare dal vivo il più possibile, al fine di perfezionare la propria tecnica ed acquisire il coraggio necessario per esibirsi di fronte ad un pubblico.

Dopo i Monroe’s Ex il compito di intrattenere il Bunker passa ai Torche, che fino ad minuto prima erano in prima fila a gustarsi piacevolmente lo show del duo bolzanino. Per chi non lo sapesse, il gruppo si formò nel giugno del 2004, dopo lo scioglimento dei Floor. A Bolzano i Torche propongono diversi brani estratti dal loro unico ed omonimo album, uscito nel 2005 per la Robotic Empire. C’è da dire che, se quello dei Monroe’s Ex non era uno stile usuale, qui si ha a che fare con qualcosa di veramente folle: Doom Metal e Stoner si uniscono per creare un mix assolutamente devastante. In sede live, oltretutto, i volumi assurdi estremizzano ulteriormente un sound che di per sé è già sconvolgente. Non sono in pochi infatti ad utilizzare dei tappi per le orecchie in modo da non rimane troppo frastornarti dal sound della band. Dal punto di vista scenico i Torche creano subito un buon colpo d’occhio, soprattutto i due axemen (uno è anche il cantante), tanto imbizzarriti da offuscare la voce del singer stesso, assente per tutto l’arco della performance. Lo show non si protrae molto a lungo, ma senza dubbio una durata eccessiva avrebbe penalizzato i Torche ed il loro sfrenato sound. Promossi sì, tuttavia, ed il numero delle persone sotto il palco lo conferma, si tratta di musica adatta a pochi, appassionati o sordi che siano.

Dopo il terremoto sonoro ad opera dei Torche, è il turno i Baroness, band accasata presso la Hyperrealist Records con due lavori alle spalle: First e Second, datati rispettivamente 2004 e 2005. I quattro americani mescolano elementi Metalcore alla creatività del Post Metal in stile Isis. Si alternano così momenti di pura rabbia e stacchi atmosferici carichi di tensione emotiva. Purtroppo quest’ultimi appaiono decisamente più puliti su disco e di conseguenza non rendono altrettanto dal vivo, un vero peccato. Un altro neo è senz’altro il volume del microfono di John Baizley, frontman dei Baroness, troppo basso rispetto agli altri strumenti, proprio come per i Torche. Incuranti di queste pecche tecniche, i Baroness offrono comunque un concerto di tutto rispetto, focalizzato su riffing maniacali e ritmi incalzanti. E’ lo stesso John, grazie ad una carica davvero sbalorditiva, a valorizzare la performance dei suoi. Il cantante e chitarrista dei Baroness sembra posseduto da Satana in persona mentre si trova sul palco, salvo poi rivelarsi simpatico e disponibile dopo lo show, quando, chiamato dall’altrettanto cordiale Jonathan, bassista dei Torche, scambia qualche battuta con il sottoscritto e la nostra fotografa ufficiale. Il tecnico del suono non è proprio in serata, al contrario di quanto accaduto con gli Slowmotion Apocalypse, ed i conseguenti problemi tecnici penalizzano i Baroness più del dovuto, non impedendo comunque al gruppo americano di portare a termine uno show ad ogni modo apprezzabile.

Sebbene non si possa sorvolare sui problemi del suono, quella di giovedì 12 ottobre è stata una bella serata, che ha permesso di conoscere tre ottimi complessi su cui si dovrebbe senz’altro approfondire. Complimenti dunque alla Poison For Souls per aver dimostrato, ancora una volta, di avere naso nella scelta dei gruppi da portare a Bolzano.

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