Sul palco si sono alternati gruppi e solisti che hanno proposto sound personali ed originali, spesso tralasciati dalla maggior parte dell’audience in Italia perché realtà troppo di nicchia: il BaaFest si è proposto di ritrarre un Festival musicale “Impro Free Minimal Core”, esplicando già nella sua denominazione quali soluzioni musicali sarebbero state percorse dai protagonisti.
Il Post-Rock dei milanesi Nung, ricco di cambiamenti di tempo progressivi e di reminescenze da acts più impetuosi come Neurosis e Dillinger Escape Plan, ha aperto la manifestazione positivamente: il minimalismo della band si è espresso nella scelta di non adottare un tono vocale che emergesse dalle composizioni, affinché le sezioni strumentali potessero essere chiare ed in primo piano.
Il veronese Andrea Belfi ha poi dato dimostrazione del suo minimalismo nelle percussioni, trascinando l’Ortosonico in una sorta di dimensione atmosferica lontana e dimenticata, di grande effetto stilistico; e se il milanese Nicola Ratti ha seguito da vicino questa proposta con la sua chitarra davvero “Free Minimal”, proponendo i pezzi di Prontuario Per Giovani Foglie, Giuseppe Ielasi ha ripreso i brani di Plans, dimostrando di essere un punto di riferimento nel panorama sperimentale italiano.
Infine, dopo l’esibizione della electro-acoustic music del neozelandese Dean Roberts, strumentista d’avanguardia (chitarrista dei Thela), nonché unico ospite internazionale della serata, è giunta la chiusura del Baarfest, con il trio Roberts-Ielasi-Ratti. La chitarra di Roberts comunque ripercorre nella sua prova personale le lunghe jam dell’album And Black Moths Play the Grand Cinema, conferendo un tratto differente ed inedito alla serata.
Non rimane che compiacersi del risultato finale di un piccolo festival che ha saputo costituire una forte alternativa agli usuali concerti Rock cittadini. Nel contesto diverso e suggestivo dell’Ortosonico la musica d’avanguardia ha dato spettacolo, sottolineando la propria presenza in un panorama Rock che spesso la isola e non riesce a farla emergere come invece meriterebbe.
Edoardo "Opeth" Baldini e Cecilia "FineGirl" Spallarossa