Voto: 
6.5 / 10
Autore: 
A. Giulio Magliulo
Etichetta: 
I Dischi Del Minollo/Rumori In CantinaNel Mio Nome
Anno: 
2015
Line-Up: 

Roberto Magnaghi, chitarre
Manuel Cristiano Rastaldi, voce e parole
Cosimo Porcino, basso
Francesco Borrelli, batteria

Tracklist: 
  • 1. Un Oceano Di Fiati Distrutti

  • 2. Inerti, comodi e vermi

  • 3. Trema Carne Mia Debole

  • 4. L'autodistruzione

  • 5. Sette Sassi

  • 6. Yogurt

  • 7. Saziati

  • 8. Come Farvi Lentamente A Pezzi

  • 9. Buona Sopravvivenza

ZiDima

Buona Sopravvivenza

Sono band come i milanesi ZiDima (personaggio pirandelliano) a farci riflettere su vecchie questioni sempre più spesso accantonate nel dibattito musicale contemporaneo.

Siamo nel 2015 e la rabbia in musica ha trovato nuove strade rispetto all'era alternativa o anche a quella punk-hardcore. Forse non c'è neanche più la voglia di raccontarla.

Il che non implica che non ci sia sempre – anzi, forse oggi più che mai - l'esigenza di farlo.

Non è gente di primo pelo ZiDima, e questo si sente subito.
Essi provengono proprio dal momento d'oro del rock alternativo italiano, fase che ha dato tanto ma che sembra definitivamente tramontata se pensiamo all'offerta musicale contemporanea made in Italy. Certo, esistono ancora band come Massimo Volume e Marlene Kuntz, ma essi stessi sono i primi ad essere naturalmente cambiati.

ZiDima porta lo scettro e le ferite di quella scena e la loro sincerità è percepibile.
Il cantato con il sangue agli occhi che rimanda a Emidio Clementi o al megafono dei CSI è puro, le analogie sono frutto di un sentimento spontaneo che impedisce pensieri maliziosi di emulazione.
Ma l'operazione interessante a mio avviso è relativa al suono. Forse neanche allora è stato così potente e brillante.
Grazie post-hardcore. E grazie ZiDima se riuscirete a traghettare come già state facendo quelle istanze nel nostro tempo post-hardcore (vedi Marnero).

Però dovete lasciar perdere quei testi che quando non sono inutilmente ermetici e senza poesia sembrano esprimere quella visione dicotomica basata sul 'noi e gli altri', come se esistessero ancora i buoni da un lato e i cattivi dall'altro.
Questo poteva andar bene allora, la militanza di certo hardcore ce l'ha insegnato, ma oggi le cose sono molto più sottili e confuse, forse un linguaggio diverso sarebbe più efficace a raggiungere le coscienze.

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