- Lenny de Rose - voce
- Jonathan Oke - basso
- Sudden - chitarra
- Fredo - batteria
- M. Olzon - tastiera
1. I Burn
2. I Remember
3. Steel Attack
4. Shadows
5. King Of All Kings
6. Stars Of Avalon
7. Black Hearted Woman
8. Into The Twilight
9. Wind Of Time
Steel Attack
Cosa si può dire davanti ad un disco del genere? Irrilevante. Infatti questa parola riassume la vera essenza del secondo disco degli Zeelion, band dedita ad un misto tra Heavy/Power in stile Vision Divine dell’era di Michele Luppi. Il disco fin dal primo ascolto risulta dannatamente scontato e privo di elementi innovativi necessari per pretendere un minimo di interesse da parte di un mercato ora mai già foltissimo di lavori Heavy/Power anonimi.
Nonostante ciò, i pezzi presenti in Steel Attack sono ben scritti e ben eseguiti ma penalizzati dalla mancanza totale di elementi innovativi a partire dai loro titoli: di canzoni con titoli come Steel Attack, King Of All Kings, Shadows ecc. ne abbiamo sentite già fin troppe.
Passando in rassegna i pezzi la traccia di apertura I Burn risulta piatta e scontata come poche, peccando qua e la un po’ di Heading The Call degli Hammerfall nella strofa e un po’ di Stratovarius nel resto. Successivamente abbiamo una ridicola I Remember molto leggera e noiosa e dal ritornello improponibile. Steel Attack suona di “già sentito” come poche e Shadows invece risolleva un po’ le sorti del disco risultando almeno piacevole e varia rispetto alle sue precendenti.
La seguente King Of All Kings ci mostra pienamente la banalità compositiva di questo quintetto svedese che in questa canzone nel ritornello sembra davvero emulare spudoratamente i nostrani Vision Divine.
La sesta traccia, ovvero Stars Of Avalon, si muove pressoché sugli standard delle canzoni precedenti anche se appare forse leggermente più originale almeno nel ritornello e nell’assolo molto in stile Malmsteen (nel disco sono presenti anche frequenti spunti neoclassici di puro stampo Malmsteen).
La successiva Black Hearted Woman è forse il pezzo migliore del lotto con il suo ritmo lento e accattivante e con assoli ottimi e tecnici come sempre accade per le band della Lion Music, etichetta che premia parecchio i virtuosismi di chitarristi e tastieristi.
Con la penultima traccia Into The Twilight si torna a sonorità puramente di stampo Vision Divine e, come per le prime tracce, si cade nell’oblio della totale non originalità che penalizza non poco il pezzo. Troppo scontato. Come pessima conclusione di un disco tutto sommato mediocre viene piazzata una Wind Of Time davvero brutta e di poco gusto che forse lascia un bocca un giudizio sul disco ancora più pesante di quello che si meriterebbe obiettivamente.
Tirando le somme abbiamo di fronte un disco superfluo che non contiene assolutamente alcuno spunto per convincere un ascoltatore a degnarsi di dare un ascolto a questa nuova fatica degli Zeelion. Peccato perché la tecnica c’è ,ma a volte non basta per far si che un gruppo emerga dalla dimensione della mediocrità: ci vuole un songwriting fresco e almeno in parte innovativo, cosa che manca a questi Zeelion.