- Frank Zappa - tutti gli strumenti
1. Big Swifty (17:23)
2. Your Mouth (3:12)
3. It Just Might Be a One-Shot Deal (4:16)
4. Waka/Jawaka (11:18)
Waka/Jawaka
Siamo nel 1972, anno in cui le nuove leve si fanno avanti esaltando di vita il panorama musicale, rinnovandolo con esperimenti sonori fantastici e innovativi. Frank Zappa è già famoso, ha già prodotto altri fantastici dischi come Hot Rats, Freak Out o Uncle Meat presentando una proposta musicale inesplorata e incredibilmente piacevole. Immenso lui, per la sua grandissima capacità di mescolare in un unico genere particolari provenienti da qualsiasi frangia musicale, dal Southern Rock al Blues, dalla Fusion al Jazz creando così un sistema strumentale rivoluzionario. Il disco che andremo ad analizzare è sicuramente uno dei più spinti per quanto riguarda tecnica e improvvisazione.
La opener Big Swifty dice tutto, una durata di diciassette minuti e ventidue secondi di pura follia progressiva. Impercepibili i tempi mantenuti dalla batteria, mai un secondo ferma, sempre impegnata nel rendere la composizione più varia e sostenuta, meravigliosi gli intrecci strumentali improvvisati, un ensamble sonoro a dir poco piacevole. In questa canzone Zappa riesce ad infondere tutto il suo spirito compositivo immettendo nel brano quella passione musicale fuori dal comune, il suo estro ci regala sprazzi chitarristi da vero maestro, mentre la sua orchestra lo accompagna in un sottofondo tutt'altro che banale. Commentare per intero questa canzone sarebbe impossibile per la sua immensa varietà e per l'infinito interesse che essa provoca in noi. La seconda Your Mouth è forse la meno curata tecnicamente parlando, ma presenta una base Blues davvero particolare, a supportare un coro vocale bellissimo. Più sul Southern Rock invece la terza It Just Might Be A One Shot Deal, originale per le sue influenze country e molto piacevole all'ascolto. Mai un secondo di pausa emotiva per questo album, anche se il livello tecnico mostrato nell'intro sembra scomparire pian piano per far spazio alle emozioni, quando entra in gioco la quarta e conclusiva canzone. Si tratta dell'omonima Waka/Jawaka che riporta a sonorità più Progressive e più curate. Bellissimo l'intreccio di strumenti a fiato, una melodia seguibilissima che poi si scioglie in un liquido di intensa passione lasciando spazio ad una tastiera folle e improvvisata, in totale e azzeccatissimo fuoritempo con una batteria sempre più impazzita, mentre a coronare splendidamente quest'affresco musicale ci pensano le chitarre, in continua simbiosi tra loro. Lo spettacolo continua incessantemente, i ritmi di Big Swifty vengono ripresi alla perfazione con un briciolo di enfasi in più, un capolavoro strumentale senza precedenti. Zappa riesce a mescolare nel suo pentolone di tutto con estrema facilità. Fantastico l'assolo di batteria del genio Aynsley Dunbar all'ottavo minuto, tecnica e fantasia che si intrecciano in una combo micidiale. Mancano ancora tre minuti alla fine dell'ascolto. Zappa decide di chiuidere la canzone con il riff d'apertura che crea un effetto "inizio/fine" davvero azzeccato. Meraviglioso e travolgente nel suo silenzio, nelle sue piacevoli armonie e nella sua classe indistinguibile.
Con questo lavoro Frank Zappa dimostra per l'ennesima volta di essere il più grande genio musicale di tutti i tempi, dotato di un estro senza paragoni. Virtuoso polistrumentista e eccellente compositore, ha dato un contributo decisamente elevato con questa grandissima opera che rimarrà sicuramente nella storia del Rock, inteso come genere musicale universale, dato che sarebbe impossibile definire Zappa in un genere unico. Che altro dire... immenso.