- John Twells
1. The Gate
2. Linseed
3. Drunk on Salt Water
4. Wet Bones
5. Creeping Flesh
6. Savage Ritual
7. A Floating Procession
8. Sinking Cadavers
9. Humid At Dusk
10. Watching A Light In The Distance
11. Briefly Seen
12. Never Going Home
The Dead Sea
La colonna sonora di un naufragio.
“The Dead Sea” è il terzo disco pubblicato sotto il moniker Xela dall’inglese John Twells, ventiseienne originario di Wolverhampton ma residente a Manchester, artista capace di sfornare un piatto davvero appetibile, in cui vengono unite le atmosfere Drone di “Frosty Mornings And Summer Nights” e le intuizioni acustiche di “Tangled Wool”, ovvero i due precedenti esperimenti di Xela.
Tre quarti d’ora d’atmosfera oceanica compongono “The Dead Sea”, platter in cui è quanto mai alto il rischio di annegare fra le vibrazioni sintetiche o di essere sommersi dagli arpeggi acustici: Twells infatti sfrutta appieno le potenzialità dategli dal suo connubio elettro-acustico, sovrapponendo loop elettronici (“Creeping Flesh”) e drones vibranti (“The Gate”) agli echi di gracchianti field recordings, ed aggiungendo a questi suoni alcune melodie molto semplici di chitarra (“Savage Ritual” o il capolavoro “Humid At Dusk”), violino (“Linseed”) o percussioni (“Wet Bones”).
Ricetta che può apparire poco invitante, ma che rimarrà tale solo per chi soffre di mal di mare: si rivelerà gustosa, invece, per gli appassionati di questi suoni atmosferici, poiché il ‘mare morto’ è capace di ammaliare e catturare come pochi altri elementi della natura: i rintocchi tentatori delle corde ci guidano in pieno oceano, su navi abbandonate, in cui assistiamo a tragedie agghiaccianti, ricreate con maestria e perizia dal musicista britannico (ma anche dal disegnatore dell’inquietante copertina, Matthew Woodson), esperto nel manipolare nastri e glitch per estrapolarne veri e propri brividi sotto forma di onde sonore.
L’atmosfera, veramente oscura e terrorizzante (eredità dei film horror di Argento e –tetra- compagnia cui Twells s’ispira) profuma salsedine e morte, e attirerà sia i fanatici delle atmosfere dense e nebulose del Dark Ambient, sia gli amanti del Drone, che a ondate investe questo cd, ma anche chi apprezza una miscela di questi due generi con un folk free-form angosciante nella sua casualità.
La vecchia ballata di uno scheletrico marinaio echeggia, triste, sopra il rumoroso silenzio degli abissi, gettando un alone di notte e inquietudine attorno a sé: “The Dead Sea” all’ascolto pare davvero essere tutto ciò, ma in realtà non è altro che il nuovo, sontuoso, raggelante disco di Xela. Da non perdere.
LINKS PER L’ASCOLTO:
Linseed
Drunk on Salt Water
Savage Ritual
Humid At Dusk