- Nathan Weaver – Voce, Chitarra
- Will Lindsay – Chitarra
- Ross Sewage - Basso
- Aaron Weaver - Batteria
1. Wanderer Above the Sea of Fog (10:33)
2. Ahrimanic Trance (14:05)
3. Ex Cathedra (10:58)
4. Crystal Ammunition (14:20)
Black Cascade
Nessuna sorpresa dal nuovo disco dei Wolves in the Throne Room, terzo della loro carriera in un lustro di lavoro.
“Black Cascade” difatti non presenta novità significative ed è invece una conferma delle capacità del quartetto di Olympia e un approfondimento del loro suono, già arrivato ad un livello sontuoso con gli ottimi predecessori “Two Hunters” (2007, Southern Lord) e “Diadem of 12 Stars” (2006, Vendlus).
Le anticipazioni del discreto EP “Malevolent Grain” (Febbraio 2009, Southern Lord) si sono dimostrate abbastanza fuorvianti, in quanto “Black Cascade” evita di continuare su buona parte di quanto si era sentito su quel breve vinile, azzerando la componente più sperimentale e soave (udita in “A Looming Resonance”) ed eludendo anche quella di Black più feroce e sferzante (“Hate Crystal”, piuttosto Diadem-iana), per riassestarsi su quelle coordinate di Black Metal atmosferico che tanta fortuna aveva portato a “Two Hunters”.
“Black Cascade” gioca quindi con un Black Metal onesto, ispirato e fluido, che si lascia spezzare solo in occasione delle parti centrali delle singole tracce (tutte oltre i dieci minuti) per break di pura stasi che fanno da preludio ai successivi riallacciamenti e ripartenze verso il climax (o il fade) finale. Il disco è quindi costruito sulla bontà delle proprie melodie (ipnotica quella di “Ex Cathedra”) e sulla capacità del gruppo di costruire senza fretta, nonostante l'impetuosità di molte sezioni, un'atmosfera unitaria di grande fascino e solidità (eccelsa è la finale “Crystal Ammunition”): la godibilità di cio che è presente fa dimenticare la mancanza di quant'altro potrebbe esserci, e permette a “Black Cascade” di snodarsi, magnetico ed accattivante, per tutti i cinquanta minuti della sua durata senza far pesare la sua lunghezza.
Se apprezzate questo tipo di Black Metal dalle qualità spirituali e naturalistiche troverete in “Black Cascade” un album di notevole spessore, in quanto i lupi del Nord Ovest americano, pur non aggiungendo granchè alle caratteristiche del genere, sono totalmente affidabili dal punto di vista qualitativo – ascolti ripetuti svelano quindi la consistenza e il valore di un disco che (specialmente con gli ultimi due pezzi) soddisferà pienamente chi segue con piacere queste sonorità.
D'altro canto, se non vi sono piaciuti i precedenti questo terzo episodio risulta essere tralasciabile senza patemi d'animo, e chi li guarda con scetticismo non troverà in “Black Cascade” niente che possa giustificare il successo (inedito per la stragrande maggioranza dei restanti gruppi Black Metal validi) che gli Wolves in the Throne Room stanno riscuotendo presso il pubblico alternativo: forse proporre, in futuro, qualcosa di veramente innovativo potrà convincere anche i più restii ad ammettere l'abilità della band; a tutti gli altri, probabilmente, basta "semplicemente" che il gruppo continui a tirar fuori dischi belli quanto “Black Cascade”.