- Philip Price - voce, chitarra acustica
- Flora Reed - voce, tastiere
- Dennis Crommett - chitarra elettrica
- Dave Hower - batteria
- Brian Akey - basso
- Jose Ayerve - basso
1. Lay Your Heartbreak (03:06)
2. Hide Me (04:04)
3. Handkerchiefs (03:38)
4. Broken Arm (02:44)
5. Shameful (02:31)
6. Eclipse (03:37)
7. July (05:02)
8. A Ransom (03:04)
9. I Bear Witness (05:20)
10. June Eyes (04:02)
11. Angels Fall (02:28)
12. You Don't Live Long Enough (03:21)
13. A Folded Cloth (03:32)
14. Bonus Track (02:46)
The Light Divides
Il secondo disco in studio per i Winterpills è questo The Light Divides, che segue il self-titled d'esordio di due anni. Per la band di Philip Price e Flora Reed due anni sono serviti a riordinare le carte, dopo il successo del full-lenght con cui la band si era presentata sulla scena dell'Indie Rock. Un'opera di non facile creazione, come sovente succede nel momento, delicato, di dover pensare e scrivere un secondo disco.
Ciò che immediatamente cattura l'attenzione dell'ascoltatore è il suono, inconfondibile dopo la bella prova dell'album d'esordio. Si è persa leggermente l'originalità, tuttavia. Avevamo elogiato i Winterpills per la capacità di ricreare paesaggi suggestivi attraverso la loro musica vellutata nel primo capitolo della loro discografia. Ci troviamo di fronte, ora, ad un piccolo passo indietro.
Niente che faccia gridare allo scandalo, sia chiaro, perché nell'ossatura di The Light Divides ci sono sempre i Winterpills diligenti e raffinati di due anni prima. Quel che manca è un briciolo di espressività e di spontaneità; il che, inevitabilmente, declassa questo lavoro almeno un po'.
L'inizio è leggermente in sordina, ma i Winterpills calano i primi assi con l'accoppiata da singolo Broken Arms e Shameful, nel perfetto stile di Philip Price e soci. Le chitarre acustiche fanno da contorno alla voce di Price e alle bellissime tonalità della voce femminile di Flora Reed (che anche in Handkerchiefs risulta il valore aggiunto alla musica della band); la sezione ritmica è quasi soffusa, e contribuisce a rendere leggera l'atmosfera. The Light Divides manca dello scossone, è vero, ma altri momenti di intensità emotiva sono in bella vista. Prendiamo July, ad esempio, oppure la successiva A Ransom, in cui la band condensa liriche disincantate a melodie semplici e d'impatto. Senza scordare, infine, i rimandi a nomi del calibro di Elliott Smith, che sembra riemergere in un malcelato tributo alla sua memoria proprio in Broken Arms oppure nella Angels Fall del trittico conclusivo.
Si tratta di un disco di passaggio, in fin dei conti. The Light Divides chiude il percorso artistico che i Winterpills avevano cominciato con il predecessore. Le idee iniziano a mancare e lo si evince in diversi passaggi del lavoro di Price e compagni. Non sfigurano, tuttavia, perché questi ragazzi del Massachussets hanno confezionato un album che, pur non toccando le vette di (quasi) eccellenza del lavoro d'esordio, hanno capito come fare musica semplice semplice ed in grado di ammaliare l'ascoltatore più affezionato.