- Jeff Tweedy - voce, chitarra
- John Stirratt - basso
- Glen Kotche - batteria, percussioni
- Mikael Jorgensen - pianoforte, organi
- Nels Cline - chitarra
- Pat Sansone - organi, chitarra
- Jim O'Rourke - chitarra acustica, arrangiamento archi
- Karen Waltuch - viola, violino
1. Either Way (03:05)
2. You Are My Face (04:38)
3. Impossible Germany (05:57)
4. Sky Blue Sky (03:23)
5. Side with the Seeds (04:15)
6. Shake It Off (05:40)
7. Please Be Patient with Me (03:17)
8. Hate It Here (04:31)
9. Leave Me (Like You Found Me) (04:09)
10. Walken (04:26)
11. What Light (03:35)
12. On and On and On (04:00)
Sky Blue Sky
Il ritorno sulla scena di Jeff Tweedy e soci è inaspettato e quasi sorprendente, in una metà di 2007 in cui l'attenzione mediatica non è certo concentrata sul possibile nuovo lavoro in studio dei Wilco.
Per la Indie band di Chiago, il sesto album in studio coincide con la prima uscita in full-lenght dopo tre anni dalla pubblicazione del sorprendente e pluridecorato A Ghost Is Born, successivo all'autentica pietra miliare rappresentata da Yankee Hotel Foxtrot.
Ebbene, dimenticate la genialità melodica ed artistica delle esplorazioni contenute nei due album sopracitati, perché Sky Blue Sky ricorda i predecessori soltanto per alcuni, rari flashback.
La fisionomia del lavoro firmato dalla band del leader Tweedy è questa volta ben definita. Sembrano essere state accantonate le idee intraprendenti di esplorazione e innovazione continua, al limite dello sperimentale, dei capitoli precedenti. Anche le chitarre, ora suonano con maggiore pulizia nel suono ed una perfezione che lascia trasparire una nuova maturità acquisita dalla band.
Lo si evince già dall'incipit di un lavoro che, una volta sentito e risentito, apparirà di difficile interpretazione. Either Way si muove tra linee dolci di chitarra e percussioni appena accennate. L'impatto melodico di Sky Blue Sky emerge a pieno titolo con You Are My Face, episodio di schizofrenia in chiave Indie Pop, di quello raffinato, graffiante, ben congegnato ed in grado di provocare emozioni profonde. E' il lato migliore di Tweedy e compagni in questa nuova fatica. Il lato forse più introspettivo, ma maledettamente accattivante nelle liriche e negli arrangiamenti che lasciano spazio ad archi, organi e pianoforte, genialmente miscelati alla consueta struttura ritmica di percussioni e chitarre. Non c'è più la vena intraprendente e volenterosa; da Sky Blue Sky traspare un senso di pacatezza e di delicate atmosfere che non avremmo prospettato in un nuovo capitolo dei Wilco.
Lucente, forse più di ogni altra canzone tra le dodici del full-lenght, è proprio la title track. Sky Blue Sky si muove tra accenni Folk e una soffusa sezione ritmica, impreziosita qua e là dalle note di un'acustica che va ad incastonarsi perfettamente nel paesaggio primaverile descritto da Tweedy e soci. La bellezza insita nel brano proposto dalla band di Chicago è di rara intensità ed apre il sipario ad una fase centrale del disco prosegue su linee di Pop raffinato, con venature di Country e qualche strana peripezia acustica (Shake It Off, ad esempio).Non è un disco di facile impatto, dicevamo. Qualcosa da ridire ci sarebbe, a dire il vero. Se non altro perché nei nuovi Wilco il sentiero è liscio e pulito, senza ostacoli o stranezze di sorta.
Eppure, nella pur riscontrata linearità del full-lenght colpiscono la maturità e l'acume di scelte musicali diverse, o per lo meno più ragionate del passato.
Tra le altre ricordiamo anche Please Be Patient with Me, in cui Tweedy incarna il ruolo di cantastorie, raccontando la delicata e malinconica sensazione del momentaneo distacco da una persona che si ama, oppure le rarefatte atmosfere di pezzi quali Hate It Here e una What Light che con intensità emotiva anticipa il finale.
Ci sono tutti gli ingredienti per parlare di un disco più che buono, insomma. Una sorta di garanzia, a maggior ragione per una band navigata quale quella trainata da Jeff Tweedy. Sky Blue Sky non sarà ricordato come "il" disco dei Wilco, ma certamente andrà a scrivere un'altra pagina importante dopo le roboanti ascese di A Ghost Is Born e Yankee Foxtrot Hotel. Una pagina che, forse, varrà per la band di Chicago il definitivo esame di maturità.