- Jonathan "Yoni" Wolf (in arte Why?)
- Josiah Wolf
- Doug McDiarmid
- Andrew Broder
- Mark Erikson
1. The Vowels, part II
2. Good Friday
3. These New Presidents
4. The Hollows
5. Song of the Sad Assassin
6. Gnashville
7. Fatalist Palmistry
8. The Fall of Mr. Fifths
9. Brook & Waxing
10. A Sky for Shoeing Horses Under
11. Twenty Eight
12. Simeon's Dilemma
13. By Torpedo or Crohn's
14. Exegesis
Alopecia
Jonathan "Yoni" Wolf, in arte Why?. Di tempo ne è passato da quando era membro dei cLOUDDEAD, significativo progetto hip hop sperimentale sotto l'egida dell'etichetta indie Anticon. Due dischi, l'omonimo e Ten, due piccole pietre miliari. Poi lo scioglimento e la carriera solista con il gruppo omonimo, con il quale registrò dopo alcuni EP il debutto Elephant Eyelash virando su coordinate musicali ben diverse (il calderone del pop e dell'estetica indie); e già si parlò di capolavoro.
Why?, un artista dalle potenzialità eccelse (come d'altronde tutti gli ex-musicisti dei cLOUDDEAD), dalla musica personale come poche, esternamente semplice ma ricca di classe e di creatività, anti-intellettuale eppure tanto carica di simbolismi; un progetto, il suo, fra i più raffinati degli ultimi anni in ambito pop. Elephant Eyelash era una piccola gemma intimista ed evocativa come poche, e ci si aspettava un degno seguito.
Il linguaggio personalissimo di Yoni non ha nulla di artificioso o di macchinoso, ma è anzi spontaneo, emozionantemente diretto, curato negli arrangiamenti perché composti con cura ed estro, senza indugiare in sovrastrutturazioni pompose o fronzoli che ricoprano le idee nell'anima delle canzoni soffocandone però la naturalezza e la freschezza - un linguaggio che viene dal cuore e punta dritto al cuore.
Anche in ciò, il secondo disco Alopecia sembra più ambizioso del precedente, figurando una relativa maggiore versatilità stilistica che lo rende un lavoro un po' più vario, ma senza rinunciare al tratto più significativo ed intimo della musica di Why?, senza rinunciare alla sua capacità di rinnovare il mondo pop e rock ed un ambito, quello della musica indipendente, sempre più affollato... il risultato appare, forse, meno immediato di Elephant Eyelash, come se necessitasse di maggior contemplazione e assimilazione. Se la musica di Why? è da sentire dentro, probabilmente alcuni momenti meno sicuri ed assimilabili nell'immediato possono apparire più dispersivi e stemperati, ma alla fine si ritrova sempre quel filo conduttore che lega fra loro i brani, nonostante ad un certo punto possa sembrare che si assottigli facendo scorrere il disco in maniera meno catturante.
Si parte così con l'incedere quasi solenne di Vowels pt. II, tramutantesi poi in una miscela di tappeti atmosferici malinconici e dolci giri di note di chitarra. Come un arcobaleno di suoni che rende il tutto più celestiale, mentre sullo sfondo si intravedono scenari più cupi e nostalgici, su cui naviga Good Friday che scorre in un torrente mesto, vicino a certe parti vocali dei Clouddead, mentre in sottofondo un arpeggio acustico ripetuto accompagna la voce distaccata di Yoni. These Few Presidents oscilla fra il docile motivo portante e il ritornello semi-sacrale, tingendo il tutto di un candore quasi ingenuo nella sua cristallinità.Giunge ora The Hollows, anticipata già da un EP uscito nel periodo finale del 2008 contenente anche diverse cover e remix: una canzone accattivante ed orecchiabile, introdotta da un basso cupo e sostenuto dalla lieve acida chitarra di sottofondo e dall'espressiva voce di Yoni, mentre il ritornello con i suoi coretti soffusi genera un retrogusto alienato. L'antinomia tematico-sonora di Song of the Sad Assassin conferisce al brano un gusto sì malinconico, ma anche dolce, seppur il complesso degli strumenti trovi anche frangenti di velata ossessività nella marcata parte centrale. L'introduzione in lo-fi di Gnashville suona davvero nostalgica, ma quando il brano entra nel vivo acquisisce maggiore stabilità e consapevolezza, il che sfocia quasi in un senso di rassegnazione dietro le note. Invece Fatalist Palmistry riprende un'accurata e vitale atmosfera di spensieratezza, soprattutto nel chorus; sotto le sue note permane però quella sensazione malinconica che si nasconde fra i fraseggi, emergendo in particolare quando il tutto si fa più placido. The Fall of Mr. Fifths ripercorre ancora reminescenze clouddeadiane nelle linee vocali, ma anche la strumentazione di sottofondo ricrea un suggestivo tappeto sonoro in cui i due progetti di Why? si uniscono con una dolcezza maestosa. La breve Brook & Waxing si fa più cupa e nettamente più marcata, praticamente un "doom acustico" (prendendo il termine con le pinze) filtrato dall'ottica personale di Why? che scorre con leggerezza ma implacabilità, fino a trasformarsi nel finale in un'esecuzione sciolta e accattivante.Un altro breve pezzo, A Sky for the Shoeing Horses Under intreccia gli strumenti in un'impalcatura quasi progressive in una variante "leggera" - vista anche la scarsa durata che la fa quasi sembrare una parentesi curiosa ed interessante. Tuttavia se c'è una parentesi in realtà si tratta di Twenty Eight, appena quarantacinque secondi di effetti elettronici simil-esotici e stranianti su cui Yoni canta con una vena apparentemente fredda, ma sempre decisa. Simeon's Dilemma è un dolce brano retrò ricco di sentimentalismo e malinconia, una ballata che ha la sua forza nell'evocatività chiara e netta senza risultare ridondante, ampollosa o eccessiva. Anzi, davvero pochi autori al giorno d'oggi scrivono canzoni semplici ma efficaci come questa; ma proseguiamo. Infine, By Torpedo or Crohn's con il suo basso leggero ma sincopato, la tastiera che riempie l'aria con le sue note in sottofondo, il canto quasi rappato di Yoni e il melanconico ritornello si configura come la contrapposizione alla precedente traccia in una sequenza dolce-amaro che conclude il disco in maniera suggestiva, prima di una breve traccia-epilogo, Exegesis, di giusto un minuto e mezzo circa, che riprende ed espande un breve motivo giocoso comparso negli ultimissimi secondi di Gnashville.
Why? continua il suo personale cammino fatto di espressività e simbolismo, rimescolamento di idee e tante emozioni. Una visione la sua che può darsi lascerà scontenti i fan dei cLOUDDEAD che cercano una proposta meno indie-pop e maggiormente più sperimentale nei contenuti, e i fan del primo disco che si aspettavano un lavoro maggiormente incisivo. Solo un appunto però: Alopecia non lascia spiazzati quanto Elephant Eyelash, nè possiede il suo stesso fascino e carisma. Ma sarebbe stata dura eguagliarlo.