- John Entwistle - Basso, voce
- Roger Daltrey - Voce
- Keith Moon - Batteria, voce
- Pete Townshend - Il resto
CD1:
1. I Am The Sea
2. The Real Me
3. Quadrophenia
4. Cut My Hair
5. The Punk and The Godfather
6. I'm One
7. The Dirty Jobs
8. Helpless Dancer
9. Is It In My Head?
10. I Had Enough
CD2:
1. 5:15
2. Sea And Sand
3. Drowned
4. Bell Boy
5. Doctor Jimmy
6. The Rock
7. Love Reign O'er Me
Quadrophenia
Il loop di sintetizzatori di Won't Get Fooled Again risuona ancora in testa ai fan del gruppo. La serie di tour che gli Who hanno affrontato in Europa e negli Stati Uniti sono stati un enorme successo e la raccolta di rarità Meaty, Beaty, Big And Bouncy è già sugli scaffali da un paio di anni. Il gruppo è carico e pronto per il prossimo album. Ma cosa ci si può aspettare da un gruppo come gli Who? Di sicuro un lavoro di qualità, ma potrà reggere i confronti con i due immediati predecessori (Tommy e Who's Next)? Pete Townshend certamente non ci pensa e scrive materiale originale riguardante la vita di un mod in un Inghilterra di metà anni '60.
Il disco che viene partorito dalla mente del chitarrista, ed eseguito dagli Who, è un'opera Rock di grande valore artistico ed emotivo, il titolo: Quadrophenia.
Il suono della pioggia è l'elemento fondamentale dell'introduzione. I Am The Sea presenta i quattro temi dell'album (personalità del protagonista): Helpless Dancer, Is It Me?, Bell Boy e Love, Reign O'er Me; e in più si lega in modo fantastico alla prima vera canzone dell'album; The Real Me è una mina che ti esplode in faccia, una corsa veloce che ti dà quell'energia che solo una canzone Rock può darti. In questa traccia ci viene presentato il protagonista (Jimmy) come uno schizzato che va dallo strizza cervelli, che è stato scaricato dalla ragazza e che cerca conforto da un prete dopo che la madre gli svela che la pazzia è una caratteristica della famiglia. Il disco è appena iniziato e già si nota l'ottima esecuzione ed il raffinato songwriting del gruppo. La terza traccia, la title-track Quadrophenia, è uno strumentale di sei minuti che presenta tutti i temi musicali del primo disco.
Cut My Hair è la rappresentazione del conflitto interiore del giovane, si chiede se deve essere alla moda, come gli altri, oppure seguire le direttive della famiglia. Musicalmente è un mid-tempo sul quale la voce di Daltrey è espressiva e delicata, per poi diventare graffiante nel ritornello.
The Punk And The Godfather è composta, come succedeva spesso in Tommy, da un dialogo; in questo caso i protagonisti sono Punk e Godfather. Per le parti di Punk la melodia e la ritmica sono sempre le stesse, mentre per il Godfather ce n'è una per il "ritornello" ed un'altra per una strofa ricca di patos. La canzone che ha colpito maggiormente i "discepoli" di Townshend (tra i quali spicca Eddie Vedder dei Pearl Jam) è I'm One. La musica ed il testo si completano alla perfezione. Le emozioni di un ragazzo frustato vengono giostrate perfettamente, prima con malinconia per la rassegnazione di chi crede di essere un perdente e poi con la forza della presa di coscienza di chi capito di essere unico e di poterlo dimostrare a tutti.
E' noto che l'uomo pratichi, per dovere, lavori che odia, che prenda ordini e bastonate, e che, presto, dimentichi come si combatte. Questo è il tema di The Dirty Jobs, altro mid tempo dalle belle orchestrazioni con una melodia che resta in testa. Helpless Dancer, è la prima delle quattro personalità malate del protagonista. Il testo è sorretto solamente da un piano e da una chitarra acustica che accompagnano il ritmo marziale del cantato (a due voci). Jimmy sa di essere "malato" e si chiede se quello che vede e sente non sia solamente nella sua mente; come al solito la melodia è molto orecchiabile e finisce subito per catturare l'attenzione per restare impressa nella memoria.
A chiudere il primo disco ci pensa I've Had Enough che, oltre a presentare per la prima volta il tema "Love Reign O'er Me", è una prova magistrale di tutta la band che si esibisce con bravura in un pezzo camaleontico che ripercorre e mostra alcuni temi di questa Rock Opera.
Jimmy si è tagliato i capelli, il suo scooter GS si è rotto e non ce la fa più a restare in città, allora decide di partire per Brighton, la sua città preferita, col treno delle 5:15. La prima traccia del secondo disco parte piano ripercorrendo il tema What Should I Care per poi sfociare in un pezzo abbastanza sostenuto. La prova tecnica del quartetto è davvero da lode, ed il songwriting da sogno; una delle migliori canzoni del repertorio di Townshend e compagni.
Sea And Sand ci presenta un Jimmy che, arrivato a Brighton, seduto in riva al mare, pensa a quello che è successo, alla famiglia disastrata, alla sua ragazza, al suo scooter distrutto e al fatto che ha dovuto tagliarsi i capelli. Sempre seduto in riva al mare vede degli uomini che pescano e fantastica sul viaggiare per l'oceano; Drowned, inizialmente, doveva essere una canzone acustica ben strutturata, ma una volta entrata in studio è stata resa elettrica con un ottimo lavoro di rifinitura di Keith Moon dietro le pelli. L'altra personalità salta fuori in Bell Boy. Jimmy ha trovato un buon lavoro in un hotel e se lo tiene stretto, mentre di notte dorme in spiaggia. Il pezzo è molto articolato ed ogni parte è unica e molto orecchiabile. Il pezzo che rappresenta meglio il carattere mutevole del protagonista è Doctor Jimmy, nel quale Townshend, per rappresentare i cambi di umore, sfrutta la formula Doctor Jakyll And Mister Hyde. La musica, come il carattere cambia molto durante il pezzo. A Brighton c'era un avvenimento chiamato The Rock e Jimmy decide di andarci. The Rock è uno strumentale che, come la title-track nel primo disco, contiene i temi musicale della seconda parte di quest'opera. La pioggia dell'intro torna in chiusura a bagnare un Jimmy che ha bisogno d'amore. Love Reign O'er Me oltre a presentare il suddetto tema musicale è una delle migliori canzoni dei due dischi. Dolce e delicata accompagna l'ascoltatore verso la fine di quest'opera d'arte, e, perché no, ancora verso l'inizio.
Quadrophenia è un must, diverso sia da Tommy che da Who's Next, ma non per questo inferiore, anzi, Quadrophenia è senza dubbio il più emozionante di tutta la discografia degli Who. A tratti introspettivo non può fare altro che stregare l'ascoltatore e farlo immedesimare nel protagonista in almeno una delle canzoni incluse nella raccolta. Una performance da urlo anche se a tratti la voce di Daltrey stenta a salire e il concept non è molto chiaro. Un 90 meritatissimo.