- Mariarosaria Cavallo - voce
- Alessandro Scalzini - tastiera
- Riccardo Leuzzi - chitarra
- Anita Petruzzi - basso
- Efrem D’Orazio - batteria
1. Sunset Of Our Dreams
2. The Lord Of The Rings
3. Out Of Control
Hidden Wispers
Appassionati di Power Epic Metal? Se la risposta è affermativa potete procedere con curiosità alla scoperta di questa band abruzzese che da qualche tempo, dopo anni di gavetta, ha deciso di giocare a carte scoperte puntando dritto dritto alla realizzazione di un EP autoprodotto con 3 brani che fanno luce sul loro presente ed accennano qualcosa sul loro futuro.
I White Mirror ci offrono questo breve viaggio tra montagne anguste e sconfinate appartenenti a quelle terre dove l’epicità regna sovrana, il tutto senza false promesse: l’intento di mutare le sorti di un genere già ampiamente sviluppato o di contribuire ad una rivisitazione dei canoni classici del power epic metal (si intuisce facilmente la passione di Alessandro Scalzini per Alex Straropoli) è lontana dalla mente dei 5 musicisti; l’obiettivo unico è quello di mostrare le proprie capacità tecniche al servizio di un genere che funge da collante per la loro musica e per le loro emozioni.
Ridimensionando così le nostre aspettative, possiamo dire che i White Mirror ci riescono bene, ma solo in parte. La composizione, pur risultando nelle prime due tracce debole, è spesso arricchita da arrangiamenti notevoli che rappresentano appunto l’ “orgasmo musicale” di questo Hidden Whispers. Purtroppo il tutto è annebbiato da una produzione risicata, che coinvolge non solo i probabili scarsi mezzi a disposizione della band ma anche la più delicata fase di mixing ed assemblaggio dei suoni (la batteria e le chitarre risultano i più deprecati in termini di sound pur esprimendosi bene rispettivamente su tempi e riffing).
L’elemento però che ci suggerisce le vere capacità dei White Mirror prende il nome di Out Of Control, pezzo lungo e complesso, con un inizio che saccheggia qualche riff dalla tradizione maidiana di metà carriera e che al momento giusto non esita nell’esplodere e trascinare l’ascoltatore. Cupo ed intrigante prima, deciso e complesso poi, con Out Of Control non si nota alcun imbarazzo dei nostri nel proporre svariati cambi di atmosfera e pur l’accenno ad un breve passo in growling non li intimidisce in alcun modo. Se questo è il futuro del White Mirror, allora potranno considerarci tra i loro adepti.
In finale, quindi, un lavoro che potrebbe giovare parecchio al nome White Mirror solo a condizione di una ristrutturazione sonora globale (pur lasciando inalterate le idee proposte).