Quarto ed ultimo album dei White Lion, Mane Attraction vede la luce nell'estate del 1991, anno prolifico ed al tempo stesso poco fortunato per l'Hard Rock, o Hair Metal come veniva all'epoca chiamato in tono quasi dispregiativo, se si pensa che nello stesso anno uscirono lavori di ottima fattura, come Prisoners In Paradise degli Europe o il doppio mega album Use Your Illusion dei Guns N'Roses. I tempi però erano mutati e l'ascesa del Grunge stava spazzando inesorabilmente via quel modo di fare Rock, non a caso le bands succitate attraversarono crisi e separazioni, mentre quelle che continuarono per quella strada, vedi Bon Jovi, dovettero mutare il loro approccio e il loro stile.

L'ultima release del Leone Bianco sembra possedere un'atmosfera più scura e matura ed anche i testi prendono spesso un tono serio ed impegnato, mentre la caratura tecnica di Bratta e l'interpretazione di Tramp, oltre al connubio compositivo derivante dalle loro doti di song-writer, rappresentano ancora una volta gli ingredienti più immediati e diretti del loro sound, anche se degna di menzione risulta pure la spigolosa e grintosa sezione ritmica curata da Lomenzo e D'Angelo.

La lunga ed imprevedibile Lights And Thunder è posta ad apertura, otto minuti sembrano eccessivi per una song che alla fine potrebbe risultare ripetitiva, ma si può ugualmente apprezzare una vasta sezione strumentale ed un riffing efficace, segue Broken Heart, stupendo remake del brano contenuto nel loro album d'esordio, ancor più coinvolgente ed emozionante con un finale da brividi, poi in Leave Me Alone sembra di sentir suonare i Guns, ed infatti il riff portante risulta un pò simile a quello di Welcome To The Jungle, mentre la song viene fuori aggressiva e quasi frustrata, bella anche Love Don't Come Easy che possiede un bel chorus ed una linea melodica energica disegnata dalla chitarra del grande Bratta. Immensa la ballad You're All I Need, aperta da un bell'arpeggio acustico si snoda su una melodia romantica e sognante e culmina in un refrain emozionante, dove l'enfasi interpretativa del singer danese sfiora la perfezione. In maniera sorniona si apre It's Over prima che il riff ci introduca in un'atmosfera più tesa ed un ritmo più energico che creano una song trascinante e convincente, invece la più modesta Warsong viene aperta da un riffing pesante e possente sostenuto da una serrata sezione ritmica, interrotti nel bel mezzo di due assoli di Bratta dove si trova una parte tenebrosa e triste prima di tornare ai sostenuti ritmi iniziali, così come poco convincente appare She's Got Everything. Dolce e zuccherosa, ma comunque bellissima l'altra ballad Till Death Do Us Part, dove Tramp e Bratta mostrano la loro buona predispozione nel comporre ballate struggenti e melodiche, poi la frizzante e carina Out With The Boys, e Blue Monday, l'unico pezzo strumentale dell'act americano, prima di chiudere in bellezza con Farewell To You, pezzo che sà essere al tempo stesso trascinante e nostalgico.

Mane Attraction rappresenta l'ultimo capitolo della carriera di un gruppo che ha regalato al genere numerose e gustose perle di buona musica, infatti i White Lion si sciolsero ed i vari membri percorsero strade diverse, così mentre Mike Tramp alterna il suo impegno tra progetti solisti e gruppi più o meno sconosciuti come Freaks Of Nature o Tramp's White Lion, e mentre Lomenzo ha collaborato con vari artisti come Zakk Wylde o David Lee Roth, invece del grande Vito Bratta si sono completamente perse le traccie.