- Thomas Felberg - voce
- Andreas Dons Kirkvaag - chitarra
- Kristian Dons Kirkvaag - batteria
- Geir Anders Jensen - basso
- Jan Tariq Rui Rahman - tastiere
Lotus rising (in the emotional minefields)Free behind barsThat’s why (you’re so fine)For love, for lifePopul vuhAppreciationHurdy gurdyPost millenium tension bluesThornsNo endFreaks in the street
Tension & Release
Altra scoperta di un moniker semplice: We. Di cosa si tratta? In realtà si tratta di un nome che gira già da più di dieci anni con svariate uscite discografiche alle spalle. Insomma una band solida, che sa il fatto suo e che se vogliamo urla un po’ contro vento rispetto alle proprie origini norvegesi.Le radici rock infatti rappresentano il fattore che imprigiona i cinque, i quali le fanno proprie senza timore, intrecciandole l’una con l’altra ed enfatizzando il senso più naturale del termine: il loro genere non potrebbe essere visto diversamente ma nessuna vena retorica né retrò vuole essere assorbita da questa constatazione. Infatti i We sembrano essere stati trasportati in questa epoca grazie ad un macchinario artificiale che non ha modificato più di tanto le cellule del loro approccio “roccioso” ma che, come uno pennellino che allontana la polvere accumulata, ha richiesto un non sostanziale adattamento sonoro (gli arrangiamenti elettronici di Free Behind Bars rendono l’idea).
Non trattandosi però né di una band alle prime armi né di un insieme di musicisti privo di idee, c’è di più sotto la superficie ed il rischio di mal interpretare il loro mood diretto è alle porte; tanti sono gli aspetti che si nascondono dietro un riff portante e che possono affiorare sottopelle e la struttura canzone nella sua interezza ne risente (positivamente).Influenze progressive rock sia per i suoni (la tastiera di Popul Vuh è inopinabile) che per i tempi timidamente spezzati e oltre modo per un rullante che picchia come vere fucilate d’esecuzione, così come un alone a tratti stoner che assorbe il desiderio di cimentarsi nell’etichettatura del genere proposto. Immaginate gli imprevisti sonori dei Tool, i riff stravaganti dei The Mars Volta ed i tempi paralizzanti dei Cynic. Ok, adesso premete “Shift+Canc”, date conferma e selezionate tutto ciò che rimane, ovvero tutto ciò che suona incontrovertibilmente rock (forse anche un po’ alternative): si riconoscono tiepidamente Coldplay, U2 (periodo Zooropa) che si muovono in penombra ma con anche qualcosa di più diretto e riconoscibile.
Nessun pezzo svetta sugli altri, ma lungi dal reputarlo un “Greatest Hits” in cui una traccia riesce a subissare quella precedente, questo Tension & Release appare come un lavoro studiato, sentito e incompatibilmente combattuto: c’è un’energia che solo in alcuni momenti riesce davvero ad essere sprigionata e che rappresenta il fattore differenziante dei We in un ambito musicale in cui pullulano proposte musicali.Sicuramente ci stiamo riferendo alle incursioni sonore nella fusion lungo la floydiana Appreciation, e che dire dell’approccio sludge/rock & roll di Hurdy Gurdy (chissà cosa ne penserebbero i Corrosion Of Conformity) se non solo che è una voce in Do quando tutto il coro è in Re. C’è da notare che dopo l’opener abbastanza banalotta le linee inventive lievitano leggermente passando per brani fuori dai denti (la già citata Appreciation in primis) o altri maggiormente personali (Post Millenium Tension Blues).
Insomma per loro il classico dei giudizi: bravi, ma potrebbero fare molto di più.