- Jack "Damien King" Rucker - voce
- Bill "Destroyer" Tsamis - chitarra
- Dave "The Raven" Watry - basso
- Mark "Thunderchild" Zonder - batteria
- Dianne "Sentinel" Arens - tastiere
1. Deliver Us From Evil (06:08)
2. Winter Tears (04:46)
3. Child Of The Damned (04:04)
4. Penny For A Poor Man (03:54)
5. Black Mass (05:34)
6. Lucifer's Hammer (03:50)
Deliver Us
La musica è arte. Come quest’ultima viene di conseguenza espressa in molteplici forme. La caratteristica che accomuna tutte queste diverse espressioni artistiche è la capacità di suscitare emozioni nell’ascoltatore. Ci sono gruppi che scatenano sensazioni d’odio, di quiete, di depressione e ci sono poi i Warlord, capaci di unire in modo clamoroso un sound tipicamente Heavy alla melodia, creando vera e propria poesia epica. Il gruppo si forma a San Jose (U.S.A.) nel 1980, per volere del chitarrista e compositore William J. Tsamis, e riesce ad attirare l’attenzione su di sé quando, nel 1983, partecipa ad una compilation, intitolata Metal Massacre e prodotta dalla Metal Blade. Poco più tardi la band debutta con il primo EP: Deliver Us.
Un’ atmosfera molto cupa apre Deliver Us From Evil. Dopo un minuto di introduzione inizia il pezzo vero e proprio, scandito dal ritmo della batteria. L’aggressività dei riff si congiunge con una leggera malinconia, caratteristica della musica dei Warlord. Il testo è una preghiera che chiede la liberazione da ogni male, in vista di una immaginaria fine del mondo. Winter Tears inizia con un arpeggio molto romantico e la voce di Jack Rucker, soprannominato Damien King, non può che confermare questa impressione. Nonostante l’indubbia dolcezza del brano, questo è colmo di pessimismo e disperazione. La causa di tutto ciò è una donna che ha deciso di partire, lasciando dietro di se desolazione e rammarico. Un brano assolutamente emozionante, non c’è dubbio. La qualità non tende ad abbassarsi con la seguente Child Of The Damned. Dopo qualche secondo di introduzione Tsamis attacca con la sua chitarra, creando dei riff leggendari. La canzone è un vero must in questo genere: travolgente e aggressiva. Anche le tastiere giocano, soprattutto durante il ritornello, un ruolo importante e favoriscono un sound più vario e articolato. Child Of The Damned sarà riproposta in futuro dagli Hammerfall, nel loro disco più significativo, Glory To The Brave, ma la bellezza del pezzo originale risulterà ineguagliabile.
Penny For A Poor Man vede nuovamente le tastiere in primo piano. L’interpretazione vocale di Rucker è magistrale anche in questa occasione. Il testo è un vera dichiarazione contro l’avarizia di un gran numero di persone e le incita, donando alcuni spiccioli ai meno fortunati, a dimostrare un minimo di bontà. Si prosegue con Black Mass, la cui parte iniziale è caratterizzata da una voce narrante molto cupa ed oscura, malvagia. La canzone prosegue in modo decisamente epico e trascinante, grazie alla solita chitarra di Tsamis ed alla batteria di Zonder. L’assolo è probabilmente uno dei migliori dell’intero platter. Le capacità tecniche non mancano e lo si può sentire anche nella traccia finale, Lucifer’s Hammer. Un grande lavoro dell’ottimo Mark dietro le pelli crea un ritmo micidiale , a cui è difficile resistere. Nelle liriche, non proprio ottimiste, si parla nuovamente di una prossima fine del mondo, o meglio, di una devastazione totale che partirà dall’inferno: Lucifero salirà dagli inferi per punire tutti gli uomini, portando sulla terra solo distruzione e morte. Che i Warlord non facessero Happy Metal lo si era comunque già capito, sopratutto dalle sonorità. Il brano termina riprendendo le melodie presenti nell’introduzione di Deliver Us From Evil.
E’ un vero peccato che il disco si sia già concluso, dal momento che a chiunque sarebbe piaciuto ascoltare almeno qualche canzone in più. La durata è infatti l’unico grande difetto di questo lavoro. Il mini in questione porterà alla celebrità la band, ma sarà anche la rovina dei Warlord, che non saranno più capaci di ripetersi e continueranno, durante la loro carriera, a riciclare i brani contenuti su Deliver Us. Ciò nonostante questo primo ed intramontabile lavoro costituisce un vero masterpiece delll’Epic Metal: una dimostrazione di alta classe e di capacità compositiva non indifferente. Deliver Us è storia e poesia, Deliver Us è arte.