:
- Kris - voce, piano
- Dario - basso
- Alex - chitarra
- Mikele - batteria
1. Freedom From the God
2. Cemetery of the Soul
3. After Death
4. Beautiful Damnation
5. Blood in Tears
6. Strange Illusion
7. I’ll Steal Your Smile
8. Woods of Madness
9. I Lost My Soul
10. After the End
11. Woods of Madness (requiem)
After the End
I Vlad in Tears sono una band italiana che cerca di emergere dalla dimensione underground con la realizzazione del loro debut album, After the End. Il gruppo tratta un dark differenziato che prende spunti da vari ambiti musicali, a cominciare dai loro idoli gothic, gli HIM, fino a sound più classici, in linea con la wave inglese ‘80, immergendo il tutto in una dimensione orchestrale sinfonica. Per di più in diversi punti, come nell’intro di Cemetery of the Soul, la componente elettronica si fa importante e rimanda a uno stile tipo London After Midnight. Kris, vocalist, nonché fondatore dei Vlad in Tears, caratterizza in modo decisivo il complesso sonoro, con una voce addolorata, molto carica emotivamente, capace di essere cupa e acida. Le parti strumentali sono varie: il blocco drums, bass, guitars è in generale molto allineato alla lezione finlandese. In più punti, quando si aggiungono gli effetti di keyboards, si colorano di espressività, caricando in tal modo una produzione sufficiente in quanto underground, ma che potrebbe essere ancora più pulita.
La prima track del full-length è a questo proposito un concentrato della caratteristiche della band. L’intro di tastiera è teatrale, molto atmosferico, e il riffing carica in modo efficace. La primissima parte del secondo brano è un po’ stonante con il resto della track, più sinfonica. Da qui Beautiful Damnation, con il suo inizio melodico e malinconico, rilancia il sound della band che era caduto nella banalità, con la precedente After Death. Il problema dell’incisività si rivela concreto nella successiva Blood and Tears, dove sono positive le soluzioni elettroniche e di piano, mentre vocal e chitarra non elaborano strutture interessanti. E’ originale invece l’evoluzione sonora in I’ll Steal Your Smile; qua la voce si allaccia in modo più organico al sistema strumentale, che viene cadenzato da piano e batteria. Poi Woods of Madness e I Lost my Soul si permettono un ulteriore sprazzo di riflessione sofferente con dei validi stacchi atmosferici. Con After the End, decima song, si arriva finalmente a un brano corposo, dove la parte strumentale, soprattutto di chitarra e basso, può imprimere maggiore incisività al sound dei Vlad in Tears. A concludere sta una specie di ballad gotica, acustica, piuttosto trascinata che termina in modo malinconico un’opera non del tutto convincente.
After the End è un album quasi sufficiente. Per il tipo di genere la qualità di produzione strumentale dovrebbe essere migliore, in modo da rendere un effetto sonoro più maestoso. Nonostante questo possa essere spiegato dalla dimensione ancora emergente della band, l’aspetto basilare del songwriting è carente in più punti. Qualche spunto interessante è presente, ma merita una più attenta valorizzazione.