I Via Mistica sono una delle band più interessanti non solo nella scena gothic polacca, ma ormai si può dire in tutta l’area est-europea. A sancire questa posizione privilegiata sta questo Under My Eyelids, terzo lavoro che consolida finalmente la line-up di una band che ha vissuto anche troppi cambiamenti in corso. Difatti sono occorsi ben cinque anni per arrivare a stabilire gli equilibri necessari alla pubblicazione del debut album nel 2003, Testamentum. Poi da lì la band ha iniziato una strada di meritato successo. Stilisticamente il grande merito spetta in particolare alla fondatrice della band, la talentuosa Kaska, che grazie alla sua voce ammaliante, da opera, riesce ad assicurarsi l’ammirazione dell’auditorium. Le linee vocali sono costituite, secondo tradizione, dal contrasto, anche se poco frequente, voce femminile – eterea, dolce – e vocal maschile, che passa da un clean piuttosto teatrale a un growl aggressivo. Oltre a ciò meritano ampio spazio le strutture sonore che si rendono perfettamente protagoniste in ogni track.

Il tessuto strumentale è costituito in modo originale dalla presenza determinante del suono caldo e avvolgente di violoncello (suonato dalla stessa Kaska), che rende malinconica e sognante l’atmosfera. Ad arricchire le già buone linee del riffing, stanno diverse parti di keyboards che indirizzano il sound verso sensazioni oniriche, evanescenti, a volte tetre e solenni. A testimonianza di questa importante peculiarità sonora stanno gli stessi titoli delle track che vengono numerati proprio come sogni. Perciò si può godere all’inizio dell’originalità dinamica ed emotiva di Edge of Light, delle note cupe e misteriose di My Eternal Home e Fairy tale. In generale però ogni brano mantiene le sue caratteristiche che rendono tutti i quindici capitoli scenari fantastici che meritano un ascolto mirato e attento. Ogni componente strumentale contribuisce in più punti a creare tale effetto. La freschezza delle idee e quindi del sound rende poi i Via Mistica una delle realtà gothic più espressive d’Europa. Nonostante siano stati accostati ai Theatre of Tragedy , il loro stile è davvero autonomo, tanto che riescono con quest’ultimo lavoro a regalare emozioni più forti e incisive di quanto non facciano molti dei grandi nomi del genere.