Voto: 
7.3 / 10
Autore: 
Salvo Sciumè
Etichetta: 
Escapi Music/Self
Anno: 
2007
Line-Up: 

- Mark Stein - voce, tastiere
- Vince Martell - chitarra, backing vocals, voce in Rock And Roll
- Tim Bogert - basso, backing vocals
- Carmine Appice - batteria, backing vocals, voce in Trampled Under Foot e Dancing Days

Tracklist: 

1. Your Time Is Gonna Come
2. Immigrant Song
3. Ramble On
4. Trampled Under Foot
5. Dazed And Confused
6. Black Mountain Side
7. Fool In The Rain
8. Babe I'm Gonna Leave You
9. Dancing Days
10. Moby Dick
11. All My Love
12. Rock And Roll

Vanilla Fudge

Out Through The In Door

Quando nel dicembre del 1968 i mitici Led Zeppelin debuttarono a Denver facevano da spalla ai già affermati Vanilla Fudge, storica ed importante band che si rese protagonista sul finire degli anni '60 con ben cinque album in poco più di tre anni. Nati nel 1966 a New York, dall'unione di Mark Stein alle tastiere, Vince Martell alla chitarra, Tim Bogert al basso e dell'estroso batterista Carmine Appice, i Vanilla Fudge si fecero fautori di un psychedelic/hard rock al quanto unico per l'epoca. Infatti i quattro non solo furono tra i primi ad esplorare le sonorità dell'hard rock, contribuendo anch'essi all'ormai prossimo sviluppo, ma furono anche tra i primi a mescolarlo con gli umori e i colori propri del rock psichedelico.

Tra scioglimenti, vari cambi e ritorni in line up, reunion e progetti paralleli, uno dei quali vede impegnati Carmine Appice e Tim Bogert con i Cactus, band alla quale fu attribuito l'epiteto di "American Led Zeppelin", a sottolineare ancor di più l'ammirazione che essi nutrono nei confronti del "dirigibile" più importante della storia del rock, il quartetto newyorkese è arrivato al completo fino ai giorni nostri, e dalla brevissima analisi appena fatta della loro storia non c'è molto da stupirsi se hanno deciso di omaggiare i Led Zeppelin con questo Out Through The In Door. Si consideri inoltre, che il combo americano non è nuovo ad operazioni di questo genere, infatti la loro devozione anche per i Beatles li aveva portati a dare una loro personalissima versione di alcuni brani dei "baronetti" ed avevano persino rivisitato famosi brani di musica classica. Invece non è poi così normale che quest'album di cover segua al come back del 2001 e a Then And Now del 2004, che altro non sono che raccolte di loro vecchi successi, per cui era lecito attendersi che partorissero dei nuovi pezzi, ma come ben si sa molto spesso, fortunatamente non sempre, le reunion altro non sono che un modo per riprendersi un po' di gloria e magari, perché no, un po' di soldi.

A parte questa doverosa critica però, i Vanilla Fudge se ne sono usciti con un album davvero carino e ben fatto, dando come al solito una loro personale versione di alcuni dei brani più belli e noti dei Led Zeppelin, da loro scelti non si sa secondo quale criterio, visto che rimangono fuori dalla tracklist molti storici highlight, quali Stairway To Heaven, Kashmir, Communication Breakdown, Whole Lotta Love, Tangerine e tantissimi altri. Poco importa, e soprattutto poco incide la scelta ricaduta su questi dodici brani sulla buona riuscita dell'album, considerando anche che può ritenersi impossibile racchiudere in un solo disco quanto di unico e grande gli Zeppelin hanno fatto nella loro straordinaria carriera.
Ogni brano viene rivisitato secondo la loro personale visione psychedelic/hard, senza andare a snaturare troppo le composizioni originali, sempre facilmente riconoscibili ed apprezzabili, ma cercando sempre di metterci del proprio, aggiungendo arrangiamenti ricercati e barocchi, evidenti soprattutto in Dazed And Confused, Dancing Days e All My Love, oppure virando verso sonorità soul e cori gospel (Fool In The Rain, Ramble On, Your Time Is Gonna Come), o ancora verso il southern/blues (Trampled Under Foot). Facile poi rimanere ipnotizzati di fronte alle rivisitazioni psichedeliche di altri storici e bellissimi pezzi come Babe I'm Gonna Leave You o Immigrant Song, mentre Carmine Appice mette in bella evidenza tutta la sua caratura nelle strumentali Black Mountain Side e soprattutto Moby Dick.

Out Through The In Door rappresenta un tributo genuino e sentito verso quello che può considerarsi uno dei gruppi più importanti ed amati della storia del rock, fatto peraltro non da una giovane band agli esordi, ma da gente che calca le scene da ben quaranta anni e che con loro aveva condiviso i palchi e le classifiche di mezzo mondo, cosa che ancor di più contribuisce a manifestare la grandezza dei Led Zeppelin. Per i Vanilla Fudge invece, i quali hanno ampiamente dimostrato di essere ancora un bel gruppetto deliziandoci con queste cover, è arrivato il momento di uscire con qualcosa di inedito.


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