L’anima, il cuore, l’emozione, racchiusi in dieci melodie di chitarra acustica, flauto, violoncello, violino, pianoforte.
La mia recensione può essere riassunta nella prossima frase: se amate “Kveldssanger” degli Ulver, allora non vi sto dando un consiglio, ma un ordine: ascoltate questo disco.
Per chi invece volesse qualcosa di più sostanzioso, stendo qui di seguito due righe di introduzione e presentazione.

Vàli è un musicista norvegese attivo come chitarrista nell’ottimo gruppo doom-metal Skumring (attraverso la quale ho scoperto questa side-band), ma che con il suo progetto omonimo (lo troverete spesso anche scritto semplicemente “Vali”) ci mostra un lato musicale completamente diverso, in cui il Metal non compare assolutamente.
Quello che troverete in “Forlatt” (=’Abbandonato’) è un Folk completamente acustico e interamente strumentale, in cui la chitarra del leader fa la parte del leone, ed è aiutata dagli archi nell’accompagnamento e dal flauto nelle parti solistiche; per completezza va comunque detto che vi è anche un brano (il quinto “Lengsel”) in cui abbiamo come ospite la soave voce femminile di Cecilie, singer degli Skumring, che si limita tuttavia a vocalizzi di sottofondo.
Il pensiero del lettore più smaliziato andrà immediatamente al capolavoro degli Ulver “Kveldssanger” o agli ultimi due lavori degli Empyrium (“Where at Night the Wood Grouse Plays” e “Weiland”), e non a torto: posso in effetti riassumere “Forlatt” come un “Kveldssanger parte II”, solamente privo del cantato.
D’accordo, sono sempre i soliti giri meditativi sulla chitarra classica; l’innovazione è pari a zero, ma è forse l’elemento novità, che cercate, in quest’ambito musicale? Qui è l’atmosfera che conta, e in “Forlatt” ve n’è in abbondanza per riempire altri 10 dischi.

Per 35 minuti sarà la Musica a farvi da compagna, saranno i vostri ricordi, saranno i boschi, la tristezza, la delicatezza, le dolci nenie di un flauto in cui riecheggia il respirare del vento fra le foglie in una mattina di primavera, le sognanti armonie di chitarra in cui rivedere lo splendore di un ghiacciaio riflesso in un cristallino lago d’alta montagna, un paesaggio da pelle d’oca il cui sfondo è dipinto dal suono calmo e riposante degli archi. In Forlatt avrete la luce ed il buio, la mattina e la notte, l’ansia e la tranquillità, l’introspezione e la contemplazione, avrete spunti per sognare, riflettere e farvi cullare.

Non voglio soffermarmi sui vari brani, per ognuno di essi si potrebbe scrivere un poema come liquidarli in due parole - permettetemi però di inchinarmi, e di omaggiare con un paio di righe, quel brano mozzafiato che è la seconda “Dypt Inne I Skogen”, che mi limito a definire come commovente: intrecci acustici di una bellezza tale da stordire, e un assolo di flauto così clamorosamente indovinato nella sua melodia portante da far accapponare la pelle dal piacere.

Recensione stringata, voto spropositatamente alto: solitamente non consiglio in questa maniera un disco, ma per stavolta farò un’eccezione - aggiungo solo che all’inizio di quest’anno Vàli ha firmato per 5 album con la Auerbach, una sotto divisione della label tedesca Prophecy (ebbene sì, iniziamo a mettere da parte i risparmi...), e che reperire informazioni su questo artista è praticamente impossibile, se si escludono un paio di interviste sparse per la rete, per cui scaldate i motori... di ricerca e mettetevi in caccia di qualche sample o intervista.

Ora, silenzio: le luci del nord danzano, le stelle ingioiellano una notte da sogno, spiriti vagano per la foresta, un’aura di magia pervade un bosco dall’atmosfera senza tempo – è tempo per sognare, è tempo per "Forlatt".

LINKS UTILI:
 - Label attuale della band (Prophecy)
 - Sample di un minuto circa del quarto brano Nordlysets Dans
 - Label che ha pubblicato questo cd, in formato cd-r in un dvd-case (Foreshadow)