:
- David Byron - vocals
- Mick Box - guitars
- John Wetton - bass, mellotron
- Lee Kerslake - drums, percussions
- Ken Hensley - keyboards, guitars, moog synthesizer
:
1. Return to Fantasy
2. Shady Lady
3. Devil's Daughter
4. Beautiful Dream
5. Prima Donna
6. Your Turn to Remember
7. Showdown
8. Why Did You Go
9. A Year or a Day
Return to Fantasy
Return to Fantasy costituisce un’altra importante tappa nel percorso degli Uriah Heep e soprattutto dei loro “golden years”. Penultimo album prima dell’allontanamento di David Byron e figlio dell’esclusione di Gary Thain al basso (a causa dei suoi continui problemi con l’eroina, che lo condurranno alla morte nel dicembre del ‘75) rappresenta nella carriera della band una piccola risalita dopo l’atmosfera terribile che arieggiava durante il precedente Wonderworld (lo stesso Mick Box sostiene che Wonderworld è stato uno degli album più drammatici di tutta la sua carriera, con David Byron che beveva per la maggior parte del tempo e Ken Hensley che era sull'orlo di un esaurimento nervoso).
L’ingresso di John Wetton (già nei King Crimson e nei Roxy Music) porta una ventata di groove e di aria nuova che, insieme alle varie vicissitudini accadute alla band, produssero una nuova linfa artistica grazie alla quale in poco tempo un nuovo album con sonorità alquanto diverse rispetto al passato ebbe luce. Le tastiere di Ken erano sempre pregne di quel sapore progressive rock ineluttabile per gli UH e Lee Kerslake faceva altrettanto, ma le melodie divenivano molto più rock americano e hard blues (Prima Donna, con i suoi fiati eccezzionali), a tratti cupe come nella title track ma sempre costantemente accattivanti.
Le sonorità mutano nei vari pezzi pur avendo un trademark unico come solo gli Uriah possono regalarci: Shady Lady sicuramente spicca non solo per il suo basso incalzante ma per un David sicuro ed ispirato che fa da collante con le chitarre di Mick mentre in Devil's Daughter gli assoli di grande fattura, concisi ma intensi, si immergono nel bridge fiabesco e volutamente “fantasy”. La seconda parte di Beautiful Dream ci spedisce direttamente ai tempi di The Magician's Birthday e ci mostra quanto in realtà i Nostri siano cambiati, utilizzando meno inventiva ma molta più saggezza artistica e maturità stilistica: la conferma ci giunge da You Turn To Remember, un blues di immenso valore che con la delicatezza di poche note, il tocco di Mick e la raggiante presenza di Byron ci fa semplicemente sognare. Grande asso nella manica per gli stage live.
E per chi avesse ancora dubbi ecco giungere Why Did You Go, ballad di zeppelliana memoria che calma i tempi e lascia spazio agli arrangiamenti, fin troppo trasbordanti in Return To Fantasy, e l’epicità diretta di A Year Or A Day in finale contrasta con le carezze che la voce ci regala. Sensazionale.
Per chi pensa che gli Uriah Heep siano solo progressive rock.