- IX (Willem) – Chitarra, Basso e Voce
- VRDRBR (Nachtraaf) – Batteria
1. Untitled (08:58)
2. Untitled (05:58)
3. Untitled (05:17)
Drei Rituale Jenseits Des Kosmos
Una splendida copertina presenta il nuovo EP degli olandesi Urfaust, saliti alla ribalta un paio d'anni fa con la pubblicazione dell'apprezzato “Verräterischer, Nichtswürdiger Geist”, disco (il secondo per loro) che univa lunghe sezioni di Dark Ambient orchestrale a nerissimi brani di Black Metal drammatico, teatrale e allucinato condotto da una particolarissima voce pulita evidentemente influenzata dall'esperienza dei Mayhem targati Attila Csihar.
Dopo un paio di split, è questo “Drei Rituale Jenseits Des Kosmos” a ridare linfa al nome Urfaust: ed è una rinascita sorprendente e godibile. Abbandonati interamente gli scenari Ambient orchestrati (che rivestivano invece notevole importanza nel debutto “Geist ist Teufel” e nel già citato “Verräterischer...”), gli Urfaust si lasciano andare ad un approccio più sperimentale, dalle spiccate tendenze Noise: chitarre sfibranti e dissonanti creano un'atmosfera palpabile di tensione e malessere, la batteria perseguita nei suoi dolenti mid-tempos e la voce si fa più scura e sporca rispetto al passato – proprio il cambio vocale è la variazione più significativa per chi trovava nel canto motivo di odio od amore per la band, in quanto il nuovo stile vocale è più convenzionale e meno caratteristico ma anche più a fuoco e meglio adattato alla nuova atmosfera, meno teatrale e più deviata.
Più atmosferico il primo dei tre brani, con chitarre livellate a formare un compatto background per la voce, di cui rimangono ancora sezioni pulite, anche se su toni più gravi rispetto al passato; ben diversa invece la seconda traccia, con un trapano (pardon, chitarra) dalla rumorosità Industrial-Noise a ipnotizzare l'ascoltatore mentre il canto di Willem ritrova tonalità più alte e strazianti; una maligna risata e delle vocals narrate fanno invece da incipit per il terzo segmento, ideale combinazione dei due immediatamente precedenti, ma contraddistinto anche da un'atmosfera cosmica e irreale, per merito di particolari effetti elettronici che vessano ulteriormente i già martoriati padiglioni auricolari di chi ascolta.
Una ventina di minuti di ottimo ed anomalo Black Metal a tinte noisy, rituali ed aspre, per una band che ha quasi rivoluzionato il proprio stile mantenendo però un'ottima qualità.