- Johnny Hedlund - basso, voce
- Fredrik Folkare - chitarra
- Thomas Olsson - chitarra
- Anders Schultz - batteria
1. Blood Of Lies
2. This Is Our World Now
3. We Must Join With Him
4. Midvinterblot
5. In Victory Or Defeat
6. Triumph Of Genocide
7. The Avenger
8. Salvation For Mankind
9. Psycho Killer
10. The Witch
11. I Have Sworn Allegiance
12. Age Of The Warrior
13. New Dawn Rising
14. Loyality And Pride
15. Valhalla Awaits
Midvinterblot
Nel lontano 1989 gli Unleashed si formarono a Kungsangen e gettarono le basi del Death Metal scandinavo, insieme ad altre realtà come Entombed e Dismember, un Death intriso di melodia ma capace di manifestarsi in tutta la sua potenza e velocità: dal 1991, anno della pubblicazione del debutto Where No Life Dwells, la band capeggiata da Johnny Hedlund non è pressoché cambiata nello stile, rimanendo fedele alla sfera del Death Metal senza compromessi degli esordi. Da qui deriva il desiderio di Hedlund di comporre un master-piece del genere, identificabile in Midvinterblot, disco del 2006 uscito sotto SPV Records.
L’attesa che aveva separato la pubblicazione dell’ottavo full-lenght degli svedesi dal precedente Sworn Allegiance, durata due anni, non è stata vanificata dalla stesura di Midvinterblot: certamente non si può parlare di capolavoro o di opera-simbolo dello stile scandinavo perché ciò che gli Unleashed propongono è lo stesso mix esplosivo di intensità sonora e di ritmi serrati, ma le composizioni appaiono accattivanti già dal primo ascolto.
Il growl di Hedlund è sempre tagliente e ben calibrato, tuonante e feroce, come il riffing estremo tessuto dalla batteria di Anders Schultz, ricco di passaggi in doppia cassa e penetrante come gli stilemi del genere comandano. Le chitarre invece si rincorrono in usuali cavalcate come l’opener Blood Of Lies o This Is Our World Now, intrise di un alone epico, generato dai testi che trattano di mitologia vichinga o dello spirito guerriero delle popolazioni nordiche. Proprio nelle liriche si nota l’unico punto di rottura con un passato in cui gli Unleashed non erano così connessi al filone puramente Viking, come i connazionali Amon Amarth.
La title-track, dedicata ad Odino, si colloca appunto su questo piano, ma la varietà lirica è scarna e non pienamente soddisfacente; Triumph Or Genocide è il capitolo migliore dell’opera, in cui sorgono oscure e magiche anche le chitarre clean, per plasmare un’atmosfera sì pesante e malefica, ma percorsa da riff agili e dinamici.
In definitiva, Midvinterblot è un lavoro organico e perfettamente inscritto nell’ormai florida scena Death. La produzione non è al livello di realizzazioni più moderne e sperimentali del mondo Death scandinavo, ma è degna dell’artwork impiegato per la copertina dell’ottavo episodio discografico.
La foresta buia in secondo piano si lega al contesto mistico e pagano dell’album, ma musicalmente parlando, gli Unleashed avrebbero potuto osare maggiormente, uscendo dagli schemi sfruttati in passato e dirigendosi verso meandri ancora più freddi e desolati.