E’ il 1976 quando il giovane batterista Larry Mullen Jr. pubblica un annuncio nel quale dice di essere in cerca di un chitarrista per la formazione di una band. Nessuno risponde all’inserzione ed è quindi lo stesso Larry che contatta lo stravagante bassista Adam Clayton, l’irrequieto singer Paul Hewson ed il più tranquillo Dave Evans come chitarrista. Larry è l’unico a saper veramente suonare il proprio strumento, ma fra i quattro c’è intesa ed è cosi che nasce la leggenda, così nascono gli U2, l’unico gruppo Rock capace, in più di vent’anni di carriera, di mescolare i generi più disparati senza però mai rinunciare a quel tocco fatato che molti farà emozionare. Il nome scelto inizialmente non è tuttavia U2, bensì Feedback, poi cambiato in favore di quello del celebre aereo spia abbattuto pochi giorni prima della nascita di Bono. I quattro irlandesi provano e si esibiscono specialmente a scuola, dove riescono a farsi apprezzare da amici e compagni. Nel 1978 Larry abbandona gli studi per dedicarsi interamente al gruppo. Grazie soprattutto al suo costante impegno ed alla sua determinazione gli U2 riescono, dopo varie vicissitudini ed altrettante disavventure, ad entrare in studio ed a registrare Three.

Il mini, uscito nel 1979 in formato “12 limitato a mille copie numerate, è composto solamente da tre canzoni, le quali mettono in mostra una band ancora alle prime armi, ma comunque in grado di scrivere un disco ricco di spunti interessanti. Out Of Control e Stories For Boys verranno poi incluse pure su Boy, primo album del complesso irlandese, tuttavia esse si differenzieranno in modo abbastanza significativo rispetto alle versioni qui proposte. L’opener, oltre ad iniziare diversamente, mette in questo caso in primo piano la chitarra di The Edge ed il basso di Adam, che, uniti all’incessante batteria di Larry, oscurano non poco la prestazione di Bono e la sua quasi irriconoscibile voce. Three è infatti l’unica prova, all’interno della discografia degli U2, nella quale il vocalist di Dublino viene sovrastato dai suoi compagni a tal punto da non riuscire ad imporsi come leader assoluto, cosa che accadrà invece praticamente sempre da Boy in poi. Inoltre Out Of Control, alla pari dell’intero EP, si contraddistingue, come è giusto che sia data l’età di Larry e soci, per una certa acerbità sia musicale che a livello di liriche, tipica dei primi lavori di qualsiasi gruppo. Stories For Boys è un brano meno diretto ed immediato rispetto alla prima track, tuttavia risulta ugualmente piacevole da ascoltare, grazie specialmente alle melodie orecchiabili ed ai cori durante il ritornello. Il testo dalla song è alquanto ambiguo in alcuni passaggi ed è perciò che verrà apprezzato in modo particolare dagli ambienti omosessuali. Stories For Boys ha il grande difetto di durare troppo poco, eppure il contrario avrebbe forse causato una monotonia non certo propizia al prodotto finale di Three. A chiudere l’EP si trova forse il pezzo meno incisivo del lotto: Boy/Girl. La traccia ricorda innegabilmente quelle sonorità Proto-Punk proprie di gruppi quali Buzzcocks, come ammetterà in seguito lo stesso The Edge. Il particolare assolo di chitarra rappresenta sicuramente il miglior momento all’interno della canzone, ma ciò di sicuro non basta per renderla memorabile. Gli U2 non inseriranno comunque Boy/Girl all’interno del loro primo full length, a dimostrazione che forse nemmeno la band stessa rimase veramente soddisfatta della song.

Three è la prima testimonianza musicale degli U2, una prova di rodaggio in vista dell’album che uscirà un anno più tardi. Al giorno d’oggi, data la sua rarità, è praticamente impossibile riuscire a procurarsi questo mini e di conseguenza il suo acquisto è consigliato soltanto ai collezionisti ed ai fanatici del complesso irlandese. Si tratta in ogni caso di un lavoro seminale per la storia del Rock, dal momento che senza Three probabilmente oggi non esisterebbero capolavori chiamati War, The Unforgettable Fire o The Joshua Tree. U2, un nome destinato a far parlare di sé.