Tunde Adebimpe – voce, sampling
Kyp Malone – voce, chitarre, sampling
David Andrew Sitek – chitarre, tastiere, sampling
1. The Wrong Way – 4:38
2. Staring at the Sun – 3:27
3. Dreams – 5:09
4. King Eternal – 4:28
5. Ambulance – 4:55
6. Poppy – 6:07
7. Don't Love You – 5:31
8. Bomb Yourself – 5:32
9. Wear You Out – 7:22
Desperate Youth, Blood Thirsty Babes
I TV on the Radio si formano nel 2001 a Brooklyn (New York, USA) dall'incontro tra Tunde Adebimpe, cantante d'origine nigeriana laureatosi in cinematografia alla New York University's Tisch School of the Arts, e dal produttore e polistrumentista David Andrew Sitek.
Il primo album OK Calculator, autoproduzione del 2002, a tratti parodia il best-seller discografico OK Computer dei Radiohead (nel titolo, nella traccia recitata da una voce artificiale); i pezzi, per la maggiore semplici skit goliardici (spesso a cappella) o parentesi acustiche, vengono registrati lo-fi e low-budget, accostandosi in realtà anche ad un paio di momenti più ragionati, che palesano una formula stilistica parecchio sui generis, flirtante con shoegaze, elettronica e dissonanze sintetiche.
Passando all'ottima major Touch and Go, pubblicano nel 2003 l'EP Young Liars, con il quale danno un primo assaggio delle loro vere potenzialità, godendo allo stesso tempo di una produzione curata ed esperta.
Lasciata da parte la goliardia e focalizzandosi sulle atmosfere drammatiche, il loro sound muta in una sorta di indie-rock dalle forti tinte post-rock, autoriali e no-border, che tocca il proprio culmine emotivo con Staring at the Sun (che, introdotta da vocalizzi doo-wop, esplode in una traccia indietronica eccezionalmente catchy senza mai risultare barocca, trendy o easy-listening: una delle prima grandi magie del gruppo).
All'EP partecipano Martin Perna degli Antibalas al flauto, Aaron Hemphill dei Liars alla chitarra, Shannon Funchess degli !!! alla voce, Brian Chase e Nick Zinner degli Yeah Yeah Yeahs rispettivamente a batteria e chitarra, e Katrina Ford dei Celebration alla voce.
Il primo vero full-length per major è comunque Desperate Youth, Blood Thirsty Babes (Touch and Go/4AD, 2004), che li lancia in breve tra gli alfieri del nuovo rock mondiale.
Per la realizzazione del disco è nel frattempo entrato nella band anche Kyp Malone, a chitarra e seconda voce.
Il nucleo dei pezzi è costituito da tappeti paludosi e abrasivi, ribollenti di distorsioni a synth e chitarre elettriche, sopra i quali si sbobinano dei drumming elettronici coadiuvati dagli eccezionali arrangiamenti opera di Sitek, mentre come collante si staglia su tutto la voce di Adebimpe, utilizzata nelle modalità espressive più bizzarre, da disturbo di background a frequenti escursioni nel falsetto, in ogni caso sempre in semi-stream of consciousness confondendo parlato, apparente confusa improvvisazione, scatti in falsetto e maestose aperture melodiche, e quasi distaccata dall'umore della trama sonora (e tali caratteristiche rappresentano forse anche l'elemento più originale del sound del disco).
L'opener The Wrong Way progredisce lungo un drumming sporco apparentemente ottenuto velocizzando un beat trip-hop, mentre entrano in scena le voci, i fiati jazz (del guest Martin Perna) e gli arrangiamenti tastieristici frizzanti: il risultato è un panorama inedito, che tramuta i debiti con stilemi standardizzati (jazz, indietronica e trip-hop) in una nuova forma di avant-garde orecchiabile.
Segue a ruota una nuova registrazione dell'eccezionale pop-song Staring at the Sun, già comparsa sull'EP Young Liars, trascinata da un profondo tappeto elettronico ed elettrizzato, dagli arrangiamenti tastieristici e vocali, dalle memorabili melodie di Adebimpe.
Con Dreams emerge prepotentemente la loro anima new-wave, dalla quale derivano il ripetitivo battito scarno abbinato alle chitarre elettriche punk, ma il tutto viene precipitato in un'atmosfera inquieta e decadente grazie al lavoro di Sitek su distorsioni e arrangiamenti, mentre il chorus spezza il flusso con una bolla riflessiva resa sghemba dai colpi alle tastiere.
King Eternal, che fa leva su un'accoppiata industrial-rock alla Nine Inch Nails tra drumming e riff, decolla grazie ad una favolosa texture d'arrangiamenti shoegaze e un canto teso quasi al monologo delirante, con chorus in falsetto spettrale.
A ribadire non solo l'anima giocosa e divertita di OK Calculator, ma anche la loro capacità e velleità no-border di abbattere quante più barriere musicali possibili, segue poi il doo-wop interamente a cappella di Ambulance, cantato mentre delle acque di ruscello scorrono nel soffuso tappeto ambient. Poppy riprende quello stesso genere di doo-wop e lo innesta magistralmente su di una base shoegaze ripresa direttamente dagli esperimenti dell'EP Young Liars, che, unita ad un secco battito percussivo, rende la traccia l'ennesimo sperimentale e innovativo calderone stilistico. E le variazioni in sede d'arrangiamento proseguono lungo la successiva Don't Love You, lenta e sommessa ballad dal battito marziale avvolta da tastiere psychedelic-rock tendenti progressivamente ad una ipnotica drone-music, con chitarre ora languide ora leggermente funky, mentre si distende a scatti nervosi una delle melodie vocali più coinvolgenti e rappresentative di Adebimpe.
Chiudono il lavoro Bomb Yourself, che mescola abilmente soul-funk, chitarre new-wave distorte e sezione ritmica chill-out, e le catchy melodie della ballad Wear You Out (7 minuti e mezzo), che da una partenza soffusa su di un tappeto tribale (suonato dal guest Jaleel Bunton) sfocia presto in un ipnotico e avvolgente climax di tastiere oniriche, flauti, chitarre, e fiati jazz (ancora una volta di Martin Perna).