- Olly Knights - voce, chitarra
- Gale Paridjanian - voce, chitarra
1. Last Chance (04:40)
2. Ghost (03:29)
3. Something In My Eye (04:33)
4. Stalker (03:49)
5. Other Side (05:07)
6. Dark On Fire (04:46)
7. Real Life (02:56)
8. For The Fire (04:15)
9. Timewaster (02:58)
10. Bye Pod (04:59)
11. Here Comes The Moon (03:00)
12. New Star (04:19)
Dark On Fire
Il ritorno sulla scena dei Turin Brakes è rappresentato dalla pubblicazione di Dark On Fire, che arriva bello fresco sul finire dell'estate, quattro anni dopo l'ultima fatica in studio per il duo britannico, quel Ether Song accolto dalla critica tra pareri discordanti. Ambivalenza nei giudizi che potrebbe essere ritrovata nel fatto che quel disco rappresentava il seguito di quell'opera di considerevole pregio quale The Optimist LP. Qualcuno aveva intrapreso la strada delle facili definizioni, anche per descrivere le sonorità del duo d'oltre Manica, coniando la perifrasi "New Acoustic Movement" per inserirvi a bella posta i Turin Brakes ed un manipolo di poche altre realtà tipiche e consolidate della terra d'Albione (tra questi anche i Kings Of Convenience).
Poche le caratteristiche da sottolineare, in questo Dark On Fire. Ci sono chitarre acustiche e qualche sottigliezza maggiormente elettrica, in una dimensione Folk/Pop che riprende un canovaccio mai disdegnato da Olly Knights e Gale Paridjanian.
I due Turin Brakes non inventano proprio nulla, con questo quarto full-lenght. Eppure dimostrano di aver compreso appieno gli assiomi da utilizzare per fare qualcosa in grado di farsi apprezzare. Tra gli episodi più significativi del disco citiamo senza dubbio l'iniziale Last Chance, che lascia presto la scena ad una Ghost peculiare per una sezione ritmica addolcita da una serie di organi che ammiccano con l'ascoltatore creando atmosfere in pieno stile Turin Brakes.
Proseguendo, è Stalker ad affiorare per la sua verve malinconica, con chitarre elettriche nervose a comparire di tanto in tanto, tra ritornelli orecchiabili ed arrangiamenti semi-acustici. Non a caso è questo il singolo scelto dalla band per promuovere il full-lenght.
La produzione di Dark On Fire è oltre modo accurata, studiata nei minimi dettagli. Ciò che emerge con il prosieguo del full-lenght, tuttavia, è un senso di poca ispirazione che colpisce i Turin Brakes col passare dei minuti. Dopo le movenze rallentate di Other Side, che ricordano una mattina amara successiva ad una notte andata non proprio per il verso giusto, è il turno della title-track. Dark On Fire è in perfetto stile acustico, con chitarre leggere e fluttuanti unitamente alla voce calda di Gale. Non entusiasma, tuttavia, e di questo ci dispiace. E' forte la tentazione di passare alla traccia successiva, perché l'iniezione di Acoustic Folk/Pop (ci permettiamo di definirlo così) operata dai Turin Brakes inizia a farsi soporifera.
Il resto è, obiettivamente, un miscuglio di idee abbozzate e (per quanto interessanti) mai portate a compimento. Salviamo una più vivace Timewaster, prima di un lento congedo con il sipario che si chiude definitivamente sui Turin Brakes di questo quarto capitolo discografico.
Peccato, perché l'impressione più netta, una volta concluso l'ascolto di Dark On Fire, è che il duo di Balham sia ancora alla ricerca della quadratura definitiva. Manca la scossa ideale per potersi consolidare dopo capitoli discografici precedenti senza dubbio importanti.
Una scossa che non arriva con questo full-lenght, che si fa ascoltare, ma che non riesce ad apparire vivo e ad entusiasmare, salvo rari frangenti. Da ascoltare nei giorni di pioggia, ma non è detto che anche un simile accorgimento cambi le carte in tavola, ahinoi.