Voto: 
7.4 / 10
Autore: 
Gravenimage
Genere: 
Etichetta: 
Magic Circle Music/Audioglobe
Anno: 
2006
Line-Up: 

- Luca Turilli- musica e testi

Tracklist: 

1. Secrets of Forgotten Ages
2. Mother Nature
3. Angels of the Winter Dawn
4. Altitudes
5. The Miracle of Life
6. Silver Moon
7. Cosmic Revelation
8. Pyramids and Stargates
9. Mystic and Divine
10 The Infinite Wonders of Creation

Luca Turilli

The Infinite Wonders of Creation

Siamo giunti alla fine del viaggio solista di Luca Turilli, la cui inesauribile vena creativa non si è mai accontentata degli sfoghi offerti dal progetto Rhapsody, e ha trovato sbocco nella trilogia di lavori cominciata con King Of The Nordic Twilight, proseguita con Prophet Of The Last Eclipse e ora completata con The Infinite Wonders Of Creation.
Poiché lo scopo del progetto è sempre stato quello di trovare uno sfogo a tutte le idee accumulatesi nella mente del musicista italiano in parallelo alla band madre, non deve stupire che molte sonorità richiamino e abbiano richiamato alla mente i Rhapsody: in fondo si parla della stessa mente, la cui impronta è ormai troppo caratteristica per potersi nascondere.
Vero è anche che, nel corso delle tre tappe del suo viaggio musicale, Turilli ha saputo inserire spunti sempre diversi in ogni album, dando semplicemente voce alle aspirazioni compositive del momento, e il presente album non fa eccezione, anzi prosegue questo cammino verso tematiche meno legate alla sua prima band, e verso una totale emancipazione da qualsiasi stilema che no sia il suo.

Dal titolo, che in italiano suona come Le infinite meraviglie della Creazione si evince facilmente l’argomento trattato questa volta. Argomento che, in realtà, ha poco o niente a che vedere con il fantasy dell’esordio o la fantascienza del predecessore, lasciando ormai chiaramente presumere che il discorso di un filo diretto di collegamento non abbia mai nemmeno sfiorato il chitarrista.
Per parlare di un soggetto così soave e denso di positività, Turilli ha stavolta pensato bene di affiancare al fedele Olaf Hayer la voce femminile di Bridget Fogle, che si presenta come una delle più vistose novità del platter. La cantante ha delle buone capacità interpretative, sia liriche che non, ed è dotata di una voce che sa essere prima potente, poi delicatamente evocativa, sposandosi bene con quella di Olaf nei duetti.

Nelle canzoni si realizza quello che sembra essere l’incarnazione finale del sound turilliano: splendide e maestose orchestrazioni, da sempre ottimamente concepite dal musicista triestino, raggiungono l’apice con l’opener (chiamarla intro sarebbe decisamente riduttivo) Secret Of Forgotten Ages; a pezzi più tipicamente catchy, come la seconda Mother Nature, in cui Bridget dà ottima prova di sé, supportata da un ottimo riff di chitarra, se ne affiancano altri più complessi, densi di orchestrazioni raffinate e cori magistralmente inseriti a sostegno. Merita una menzione particolare Cosmic Revelation, per la difficile ma riuscita commistione di elementi diversi: la magistrale ripresa dell’inneggiante coro già in apertura del disco e gli inserti elettronici mai fuori posto, gli immancabili riff turilliani, e perfino un sottofondo di growl che segue in modo enfatico le linee vocali di Bridget.

Insomma malgrado rimanga sempre qualche piccola ingenuità (certi passaggi di tastiera, per esempio), qualche piccola concessione ad uno spirito facilone ed esagerato tipicamente italiano, il Turilli nazionale dimostra di aver raggiunto una notevole maturità stilistica, sempre tesa verso una sorta di strana ma efficace auto-creatività che, senza andare a pescare all’esterno, sa intervenire sul già scritto (non da altri, da lui) rielaborare, aggiungere, modificare con grande maestria e offrire qualcosa di veramente valido, eliminando ogni senso di deja-vu. Insomma, la personalità è forte. Per alcuni fin troppo, ma è forte.

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