Nato come tastierista per poi appassionarsi alla sei corde, Tristan fonda il suo omonimo progetto nell'inverno fra il 2003 ed il 2004. Precedentemente Tristan aveva fatto parte degli Shark e dei Morgue, due complessi Rock dalle tinte oscure, dei Kolova Milk Bar, Thrash Metal band senza proseliti, e dei Fantàsya, combo Ambient attivo tutt'ora. Come è facile comprendere, non si ha quindi a che fare con un semplice novellino, bensì con un musicista di tutto rispetto, con un suo passato e delle sue esperienze. Poco dopo la sua nascita, il progetto Tristan dà alla luce i primi frutti, ovvero 6 Rasoi 6 Ferite 6 Cicatrici, demo autoprodotto composto da ben dieci tracce, nessuna delle quali riprese però nel successivo full lenght, intitolato Anno Luciferi 666 ed uscito nel marzo 2006.

Ad aprire le porte al disco ci pensa Nenia Nera, brano introduttivo contraddistinto da cadenze epiche, decadenti, accompagnate da uno screaming aggressivo ma non troppo. Le parole pronunciate da Tristan possono infatti essere comprese senza tanti problemi, pur rimanendo il suo un cantato estremamente malvagio e teatrale. La tiratissima L'Ultima Candela irrompe freneticamente sul finire del pezzo precedente, proponendo ritmi serrati e riffing tipicamente Thrash. Il sound di Anno Luciferi 666 ricorda, anche per via delle liriche in italiano, gli Spite Estreme Wing, con cui il buon Tristan ha in comune, oltre a diverse influenze musicali, l'amore per il tricolore e la scena musicale nostrana. L'Ultima Candela non si limita comunque a svolgere il suo compito con precisione e regolarità, ma rallenta improvvisamente per lasciare spazio ad un suadente assolo dai toni malinconici, del tutto inusuale in ambito Black. Uno dei pregi del progetto Tristan è infatti quello di mescolare elementi propri di diversi generi, cogliendo i lati migliori di ognuno e riproponendoli combinati fra loro.

Incubo Di Mezzanotte, disponibile per l'ascolto sul sito ufficiale dell'artista romano, prosegue sulla strada di L'Ultima Candela, offrendo soluzioni talvolta alternative e spesso azzeccate. Le chitarre, gelide ed ossessive, hanno qui un sapore marcatamente Black, mentre il drumming appare più furioso che mai. Davvero fantastica è invece Il Padrone Del Sacro Nome, dotata oltretutto di una struttura ben più articolata del solito. Il pezzo si apre con alcuni cambi di ritmo, per poi passare a sonorità melodiche, drammatiche ed incredibilmente evocative, arricchite tra l'altro da un testo diabolico. La vera chicca resta però la parte centrale della composizione, un brave stacco cadenzato ricco di pathos e magia occulta, un ingrediente capace di rendere Il Padrone Del Sacro Nome un brano maestoso e particolarissimo. Dopo Nei Cieli Del Diavolo, breve ed affascinante intermezzo strumentale, vi è la traccia conclusiva dell'album: ...E Il Viaggio Continua. La canzone, nel giro di ben nove minuti, si snoda attraverso momenti tenebrosi, riff di ghiaccio e passaggi invece più innovativi, ponendo fine al disco in maniera pressoché impeccabile.

Anno Luciferi 666 rappresenta sì un buon prodotto in ambito Black, ma vanta qualcosa in più rispetto alle recenti uscite di questo tipo: la capacità di legare perfettamente ai cliché ormai storici elementi proveniente dalla tradizione Heavy Metal, a dimostrazione del background classico di Tristan. Il compositore romano si dimostra perciò al tempo stesso un abile progressista ed un fervente conservatore, ovvero proprio quello di cui si ha bisogno in Italia attualmente.