- Lord Volland - voce, chitarra, tastiera
- Ül - basso
- Alwar - batteria
- Oksi - fisarmonica
1. Entering The
2. Gunbjorn (Birth Of Skerriz)
3. Against The Winds
4. Born Under Sign
5. Metsanhumppa
6. At The Last
7. Sudden Arise
8. From The Seas
9. Spellful Cup
10. Tale Of The Immortals
11. Birth Of Skerriz (Orchestral)
Lands of Njord
Nati nel 2005 a San Pietroburgo, questi giovani Trelleborg debuttano, con questo notevole Lands of Njord, nell’affollato panorama Viking/Pagan metal. Nonostante la loro provenienza russa, i nostri guerrieri si lanciano nella narrazione di vicende epiche della vicina Scandinavia, ovviamente, e lo fanno attraverso una musica ben strutturata e fantasiosa. Ormai si può immaginare l’immobilismo musicale che ha ammantato il genere da anni a questa parte ed è sempre ardua impresa trovare spunti nuovi o solo idee vincenti a voler evitare la saturazione della formula. Bene, questo giovane quartetto stupisce per la bontà della proposta che ora andremo a descrivere.
L’apertura del disco è affidata alla lunga Gunbjorn (Birth of Skerriz), omaggio musicale al navigatore Normanno che nel 900 scoprì per caso la Groenlandia. La traccia si snoda molto bene tra ripartenze metalliche e momenti più cadenzati e strumentali per proseguire con le evidenti influenze che un colosso del Viking come Falkenbach getta sulla successiva Against the Winds. L’uso delle tastiere è ottimo e ben amalgamato in un sound sempre potente ma che raramente si lascia andare a vere e proprie sfuriate di metal estremo. La voce si mantiene su tonalità pulite e dal tocco epico per la maggior parte della durata del disco e persino la dinamica Born Under Sign non risulta mai eccessivamente estrema, nonostante l’uso di alcune sezioni in up tempo o blast beats addirittura. Le chitarre potenti formano un tappeto eccellente per costruire melodie facilmente riconoscibili ma mai pacchiane.
La registrazione d’altro canto, è un altro punto a favore poiché essa risulta essere compatta e mai eccessivamente pulita, lasciando quella leggera ruvidità degli strumenti in bella mostra. Si prosegue con il folk puro in velocità di una scatenata e tutta da ballare Metsanhumppa, da opporre diametralmente alla triste, quasi gotica At the Last. Queste due fantastiche tracce strumentali racchiudono in loro tutta la bravura del gruppo quando si tratta di cambi di atmosfera che portano inevitabilmente a momenti di forti emozioni musicali. Si ritorna alla velocità e all’epicità musicale incontrastata con la dinamica Sudden Arise , la quale ci delizia con un ritornello folk ed alcuni stacchi veramente particolari e tutti da scoprire. Ottimo anche il ritornello di una pomposa e meno spinta From the Seas mentre con la successiva Spellful Cup si ritorna all’uso massiccio degli strumenti folk (armonica su tutti) ad accompagnare un sottofondo di rumori in una taverna, per poi partire in velocità.
Ci avviciniamo alla fine del disco e qui vi troviamo la lunga, malinconica e perfettamente riuscita Tale Of The Immortals. Questa penultima traccia non perde mai di vista le caratteristiche tipiche del genere e spesso ci delizia con dei classici ma anche graditi cori in voce pulita e numerosi breaks sinfonici per terminare il disco con la strumentale Birth Of Skerriz (Orchestral), sempre melodiosa anche se essa non aggiunge nulla ad un disco già riuscito. Certo, le influenze di bands quali Finntroll, Ensiferum, Korpiklaani e Vintersorg sono molteplici e, come dicevamo prima, è difficile brillare di luce propria di questi anni ma i Trelleborg hanno profuso molto impegno nella creazione di questa opera. Njord, dio dei mari e dei venti nella tradizione scandinava, può dirsi soddisfatto.