- Maynard James Keenan - voce
- Adam Jones - chitarra
- Justin Chancellor - basso
- Danny Carey - batteria
1. The Grudge (08:36)
2. Eon Blue Apocalypse (01:04)
3. The Patient (07:13)
4. Mantra (01:12)
5. Schism (06:47)
6. Parabol (03:04)
7. Parabola (06:03)
8. Ticks & Leeches (08:10)
9. Lateralus (09:24)
10. Disposition (04:46)
11. Reflection (11:07)
12. Triad (08:46)
13. Faaip de Oaid (02:39)
Lateralus
L’acerbo esordio dei Tool con l’ep Opiate era stato seguito da due capitoli discografici, gli splendidi Undertow e Aenima, che avevano consacrato la band ai massimi vertici del nascente Alternative Rock, facendo vendere milioni di copie ad entrambe le pubblicazioni. L’alone di mistero, che aveva circondato per lungo tempo i rapporti tra la band, capitanata dal cantante Maynard James Keenan, e il pubblico internazionale, ha contribuito notevolmente ad aumentare i riflettori sulla formazione, attirando l’attenzione non solo dei fans, ma soprattutto dei media.
Lateralus, uscito nel nuovo millennio, rappresenta la massima espressione da parte del gruppo americano, in quanto organizzato dopo lunghi anni di duro lavoro e perciò provvisto di tutti gli elementi per risultare il grande capolavoro del quartetto statunitense. La nuova dimensione Tool è strettamente connessa alle sonorità dell’altro progetto di Keenan, quello con gli A Perfect Circle, sempre votato a soluzioni Alternative, con tante scelte inedite rispetto al timbro precedentemente mostrato sugli altri prodotti con la band principale.
La maggior parte della critica non riesce a definire un genere unico per i Tool, in quanto essi rispecchiano la realtà più moderna di concepire musica, che cerca di unire molte influenze dal Cross-Over con il normale Heavy Metal, arrivando ad aperture tipicamente Post Grunge o Progressive. Ecco come si presenta la chiave stilistica della formazione e Lateralus raffigura il massimo livello raggiunto nella carriera dei musicisti. Legato ai timbri di fondo di Smashing Pumpkins e dei neonati A Perfect Circle, Lateralus si struttura in tredici perle potenti, riflessive, contorte, meditative e ricche di concentrazione. Ovviamente anche questo lavoro è intriso dell’essenza Tool, quella dello “strumento” della Lacrimologia, per cui si può giungere ad un equilibrio psichico rimanendo all’interno di uno spazio piano.
Le canzoni mostrano spesso dei riff intricati che si inseriscono vicendevolmente l’uno dell’altro, incastrandosi perfettamente e formando un’atmosfera originale ed inquietante, attraverso i numerosi cambi di tempo (la maggior parte dei quali dispari) e gli accompagnamenti di batteria impeccabili, fatti di tamburi tribali e casse percosse con costanza.
Gli episodi sono tutti efficaci e non stancano mai l’ascoltatore, con i loro effetti elettronici, suadenti oppure angoscianti, negli urli estremi di Maynard, nelle voci fuggevoli e dimenticate, nelle parti di basso che costituiscono il tessuto di ciascun brano, nelle emozioni trasmesse dall’eleganza complessiva.
Inutile proclamare il pezzo migliore all’interno del disco: addirittura gli intermezzi della durata di un minuto sono carichi di espressività; le lunghe tracce trasudano note che svaniscono nel nulla, temi sempre inaspettati, così come lo sviluppo dell’architettura musicale sottostante.
A movimenti spinti come quelli di The Grudge e Parabola si alternano passaggi di pura calma provvisti di percussioni deboli e lievi, atte solo a dare quegli strani rintocchi, fondamentali per creare il tipico timbro Tool (l'eccezionale Schism). Lo strumento di forza della band è la cura dei particolari: nulla viene abbandonato al caso, soprattutto in parti come la title-track Lateralus, fondata matematicamente, nelle sillabe del testo, sulla spirale di Fibonacci riprodotta sull’artwork dell’album.
Perciò nessuno sa cosa ci riserverà il futuro dei Tool, un futuro incerto perché è impossibile conoscere i meandri che i quattro americani andranno ad esplorare nelle loro continue sperimentazioni. Ci avevano abituati ai timbri di Aenima, fatti di quotidianità per le registrazioni di pianti di bambini e di scariche elettriche: ora è Lateralus da scoprire in tutte le sue parti, il capolavoro che il gruppo cercava da tempo e che finalmente ha trovato nel 2001.