- Steve Austin - Voce, Chitarra,
- Ryan Jones - Basso
- Curran Reynolds - Batteria
1. Expectations Exceed Reality
2. Death Curse
3. Pain Is a Warning
4. Wheelin'
5. The Devil's Blood
6. Remember To Forget
7. Slave To Serenity
8. This Is You
9. Samurai
Pain Is a Warning
A quattro anni da quell'efferato (ma deludente) Axis of Eden, è questo Pain Is a Warning che segna il ritorno sulle scene dei Today Is the Day, il folle progetto di Steve Austin che da un ventennio a questa parte rappresenta uno dei più fulgidi e creativi esempi di metal estremo all'avanguardia.
Modificata nuovamente la line-up, Austin si circonda questa volta del bassista Ryan Jones e del batterista Curran Reynolds (entrambi membri della band metal newyorkese dei Wetnurse), mentre affida il ruolo di produttore del disco a Kurt Ballou, che ha lavorato anche con i Converge. E nonostante le varie entusiaste dichiarazioni rilasciate dallo stesso Austin («Pain Is A Warning is some of the most rocking, most epic music ever layed down by Today Is The Day. I am putting all of the hardships and triumphs of the past 3 years into this album. After many changes in personnel, Today Is The Day finally feels like a real band.»), il disco si rivela invece come uno dei peggiori pubblicati dalla band fin dai tempi del suo debutto.
Il sound della band è infatti diventato più granitico e massiccio rispetto ai lavori precedenti, con muri chitarristici che guardano soprattutto alla tradizione sludge e hard rock, ma tutto ciò a discapito di quelle strutture serpentine che rendevano dinamica la musica di capolavori del calibro di Sadness Will Prevail, e soprattutto di quel mood claustrofobico e sofferto che i Today Is the Day avevano continuato a perseguire dalla pubblicazione del primo, terrificante Supernova. Dove rimane un song-writing noise/grind, però, aleggia spesso anche una certa mancanza di ispirazione.
Nonostante la presenza di un pezzo più convincente, la brutale sfuriata hardcore di Death Curse, l'album si muove su coordinate decisamente più fiacche e prevedibili rispetto ai precedenti lavori. Gli episodi più frenetici sembrano dimenticare la lezione di genuina disperazione che la stessa band aveva impartito nel genere con i capolavori passati, risultando come esercizi di stile senza significato (Expectations Exceed Reality, Wheelin'), mentre i pezzi più sludge e hard rock (il mid-tempo di Pain Is a Warning, The Devil's Blood, la più solenne Slave To Serenity, la chiusura Samurai), nei loro passi cadenzati e fortemente ritmati appaiono semplicemente banali e stereotipati. Nel disco sono presenti perfino alcune ballate come Remember to Forget, che prima sembra proseguire sulla scia disumanizzante di Sadness Will Prevail per poi abbandonarsi su un tono melanconico, e la quasi adolescenziale This Is You, ma in nessuna di queste si riesce a percepire lo stile e la personalità di Steve Austin.
Una grossa delusione da parte dei Today Is the Day, che consegnano un disco scialbo, privo di guizzi compositivi e soprattutto privo di quella sincera verve angosciante e morbosa che ci si aspetta da un lavoro di questa band. Difficilmente anche i fan più accanniti potranno apprezzare Pain Is a Warning, che rappresenta incontestabilmente un vistoso passo indietro per quest'istituzione della musica estrema.