- Andrea - chitarra, effetti
- Andrea - basso
- Francesco - synth, programmazione
- Davide - batteria
1. Oceanside
2. Last Breath of Air (Oceanside Pt. 2)
3. Submerged Universe
Three Steps to the Ocean
Il panorama Post Metal italiano è nettamente inferiore in quantità alle scene americana e scandinava, rappresentate rispettivamente da acts come Isis-Neurosis e Cult Of Luna-Callisto, ma nuove realtà stanno progressivamente emergendo. Tra queste un ruolo centrale è rivestito dal quartetto milanese riunito sotto l’onirico nome di Three Steps To The Ocean, che già nel moniker si riallaccia alla tradizione “sottomarina” degli Isis di Aaron Turner.
Il primo demo autoprodotto nel 2006 costituisce un piccolo assaggio delle ottime capacità della giovanissima band, attiva solo dal gennaio 2006 e capace di plasmare un Post Hardcore dalle tinte psichedeliche di notevole fattura, sulla scia proprio degli Isis e dei Callisto. In particolare bisogna sottolineare come i Three Steps To The Ocean abbiano affiancato la sopra citata band finlandese nella loro discesa invernale in Italia per la promozione dell’eccezionale Noir.
Passando all’analisi del prodotto discografico, il demo si compone di tre tracce, di cui Oceanside costituisce l’opener: larghe distensioni costruite su costanti arpeggi di chitarre clean articolano la struttura della canzone, meditativa e votata a scoprire un’atmosfera sognante e sommessa. La sua seconda parte, Last Breath Of Air (Oceanside Pt. 2) è più ritmata ed elaborata nel suo andamento, riuscendo a trasmettere un feeling sperimentale, garantito innanzitutto dall’intervento dei sintetizzatori. Di certo c’è una netta disparità stilistica tra gli ancora inesperti Three Steps To The Ocean e i grandi maestri Isis o Callisto, ma le idee che affiorano sono di una gradevolezza davvero inaspettata e di un’eleganza manifestata anche attraverso la grafica dell’artwork o dei simboli che contraddistinguono la band sul loro spazio online.
Il pezzo sicuramente meglio sviluppato è il terzo lungo Submerged Universe, davvero curato sotto il profilo della composizione, perché capace di aprirsi in un climax di sonorità ricercate e non banali: se al fattore strettamente musicale si aggiunge poi una registrazione perfetta e professionale che permette ad ogni strumento di emergere dall’intreccio del tessuto sottostante, si comprende il valore artistico di un prodotto superiore alla media degli altri demo nel nostro Paese.
Non si può neppure parlare di scarsa originalità da parte dei Three Steps To The Ocean, perché rispetto ad Isis e Callisto non prediligono le sferzate vocali tipiche dell’Hardcore e perché si lasciano trasportare dalla strumentazione giungendo a toccare punte Post Rock dal sapore Explosions In The Sky. Pertanto i margini di crescita di questo act nato da poco tempo sono elevatissimi e così forse anche l’Italia potrà iniziare a crearsi una scena Post Hardcore degna di quelle californiana e scandinava: il simbolo dei due cavallucci marini e la volontà di esplorare le profondità oceaniche sono chiari riferimenti agli Isis, che dovranno essere coltivati in futuro per giungere a nuove frontiere, inedite anche ai pionieri del genere.