- Travis Reilly - voce
- Rick Jiminez - chitarra
-Chris Reynolds - chitarra
- Dan Bourke - batteria
- Johnny Moore - basso
1. Reckless
2. Infected
3. Disciples
4. In Shambles
5. Realization: Remorse
6. Without Closure
7. Remnants
8. Resuscitate
9. Fearless Vampires
10. You Are The Antithesis
11. End Of An Era
12. Memoirs
13. Last Days Campaign
14. Cement Shoes (Bonus Track)
Misfortunes
A due anni di distanza dal loro primo lavoro Sundowning, gli americani This Is Hell, sotto l’ala protettiva della Trustkill, regalano al loro pubblico hardcore Misfortunes, cercando di confermare i giudizi positivi che buona parte della critica aveva destinato al loro primo prodotto.
Facile etichettare i This Is Hell: una tipica band figlia della new wave Hardcore che dilaga noncurante dei suoi difetti, in primis la quasi totale assenza di originalità, la quasi totale mancanza di peculiarità tali da poter far ricordare davvero un gruppo.
Reckless, prima traccia di Misfortunes, spiega bene cosa intende far assaporare l’intero lavoro della band: Hardcore spinto, accattivante, elettrizzante, ma che potrebbe essere reso anche da un prodotto di breve durata, dato che percorrendo i pezzi non si riscontrano importanti cambiamenti, notevoli spunti originali. E’ questa la pecca maggiore di Misfortunes, la ripetitività; senza dubbio si tratta di brani energici (e andando avanti nell’ascolto questa energia è palesemente sentita), ma un’energia che rimane uguale a se stessa per circa tre quarti d’ora senza lasciar respirare novità rischia di risultare alla fine piatta e rischia pertanto di perdere proprio la sua essenza. Risultato: il pubblico può lasciarsi alle spalle quell’adrenalina iniziale trasmessa dai primi due pezzi.
L’etichetta Hardcore dei This Is Hell è confermata in tutti i brani; In Shambles, il quarto, anticipa invece un pezzo, Realization: Remorse, che spezza per pochissimi istanti la velocità dei riff precedenti, ma che sembra una parentesi che forse sarebbe stata più originale come continuazione di In Shambles. Ciò che purtroppo spesso si percepisce in Misfortunes è un susseguirsi di pezzi che si presentano come scariche di Hardcore fine a se stesse: è dura anche dopo diversi ascolti riuscire a ricordare un brano in particolare per qualche caratteristica; Misfortunes sembra composto da uno/due brani che non regalano al pubblico Hardcore innovazioni significative nel genere.
Without Closure, Resuscitate, You Are The Antithesis, sono alcuni dei titoli che rappresentano il sound pressante dei This Is Hell; raramente ci sono accenni brevissimi a riff che tentano di allontanarsi dall’hardcore scontato e ripetitivo, ma tali accenni restano tali, non vengono lavorati e non maturano, rimanendo pertanto relegati ad essere accenni fulminei.
End Of An Era inizia con un riff e un cantato lamentoso e sofferto, per poi però immergersi subito nel tipico timbro di tutto l’album: un brano comunque che colpisce più degli altri e che trova giusta posizione verso la fine dell’album, quasi a voler dimostrare che Misfortunes non è un album monolitico. Con Memoirs invece viene zittito il lamento, la sofferenza del brano precedente, e si viene catapultati in un universo di hardcore rabbioso che non dà tregua.
Complessivamente Misfortunes non lascia dietro di sè una lunga scia, potrebbe essere semplice dimenticarlo; tuttavia è un lavoro che a tratti riesce a trasmettere energia e rabbia.
Bastava però una mezz’oretta di adrenalina data la ripetitività dei pezzi.