- Jeff Keith - voce
- Frank Hannon - chitarra
- Dave Rude - chitarra
- Brian Wheat - basso
- Troy Luccketta - batteria
1. Forever More
2. I Wanna Live
3. One Day At A Time
4. So What
5. Just In Case
6. Fallin' Apart
7. Breakin' Free
8. All Of Me
9. The First Time
10. Pvt. Ledbetter
11. In A Hole Again
12. The Game
Forever More
Poco seguiti fuori dal circuito dell'hard n' heavy, probabilmente anche per il loro tenersi lontano dai rotocalchi rosa e da qualsiasi atteggiamento tipico della rock star ribelle, più attenti alla sostanza che alla forma del loro essere rocker, e proprio per questo molto apprezzati da qualsiasi conoscitore dell'hard rock che gli riconosce la indiscutibile qualità della loro musica, i Tesla si apprestano a tagliare tra pochi mesi il traguardo dei venticinque anni di onorata carriera, una carriera in cui splendono capolavori come Mechanical Resonance e The Great Radio Controversy, oltre ad una manciata di ottimi album, tra i quali si può annoverare anche il più recente Into The Now.
Naturale allora che l'attesa per l'ultimo arrivato della band di Sacramento, peraltro sotto l'egida rassicurante della nostrana Frontiers, era un altro degli eventi del corrente anno a cui si guardava con particolare interesse e speranzose aspettative.
Ed ora che è stato finalmente reso disponibile anche per il mercato europeo, con circa un mese di ritardo rispetto agli Stati Uniti, Forever More è pronto a regalare le solite emozioni a qualsiasi amante dell'hard rock, ma probabilmente soltanto coloro che hanno seguito per filo e per segno tutto il percorso artistico di questi straordinari rocker americani potranno fin dal primo approccio cogliere un taglio più sleaze e soprattutto moderno, ben visibile in un sound ora più asciutto e compatto, merito anche della produzione di Terry Thomas, e nelle chitarre potenti. Dave Rude rimpiazza in maniera certamente dignitosa lo storico chitarrista Tommy Skeoch, ma nonostante ciò l'assenza di quest'ultimo si fa sentire eccome, tanto in fase compositiva quanto nella minore incisività della chitarra solista, che si traduce poi in una quasi totale assenza di solo e in brani dalla struttura spesso più ordinaria e prevedibile.
Le novità quindi non mancano, tuttavia queste non incidono più di tanto sulla loro proposta musicale, infatti il marchio di fabbrica rimane pur sempre, in maniera incondizionata ed indistinta, quello proprio dei Tesla.
Al taglio moderno e potente del loro sound si abbina sempre, comunque, quell'impareggiabile estro nel forgiare le melodie più consone al caso, mai avare di emozioni, sensazioni ed umori, capaci per l'ennesima volta di trasmettere tutta l'energia e l'adrenalina che traspare da ogni loro composizione, proprio come avviene con l'opener e title-track Forever More o con il singolo I Wanna Live, entrambe caratterizzate dal drumming sostenuto ed incisivo di Troy Luccketta e da chorus sprigionanti un'elevata carica di energia e potenza.
In gran forma appare anche il singer Jeff Keith, che con il suo timbro graffiante e la sua interpretazione sentita, risulta sempre ben calato nella parte, facendo rendere al massimo anche quei brani che magari affidati ad un altro cantante paleserebbero una certa carenza di idee, cosa che traspare dal confronto con il già citato Into The Now del 2004, come In A Hole Again e soprattutto nella closer The Game, senza dubbio il pezzo meno riuscito del lotto.
Alcuni episodi poi, come Breakin' Free, risentono in maniera evidente del passaggio dei novanta, senza per questo negare che siano sempre efficaci e di buon impatto, mentre altri, come So What! e All Of Me sembrano ricollegarsi perfettamente allo stile dei loro esordi, ma sempre rivisto alla luce delle moderne tendenze d'oltreoceano. Le varie ballad e semi-ballad, quali Just In Case, Fallin' Apart e The First Time, risultano sempre piacevoli ed emozionanti, ma anche più convenzionali rispetto ad un passato caratterizzato da quella genialità che aveva reso immortali le varie Love Song o Paradise, ed anche in questo caso purtroppo l'assenza di Skeoch sembra avere avuto il suo peso. Menzione a parte infine per la bellissima Pvt. Ledbetter, intensa, impegnata e caratterizzata da liriche toccanti ed emozionanti.
Forever More, pur rappresentando un piccolo passo indietro rispetto al suo predecessore, rimane tuttavia un album di sanguigno, muscolare ed energico hard rock, con a suo favore una tracklist scorrevole e ben equilibrata, tra momenti più energici ed altri più dolci e pacati, e soprattutto un quintetto di musicisti per i quali l'età sembra essersi arrestata, capaci di farsi apprezzare oggi come venti anni fa.