Sette anni. Sono già passati sette anni dal primo lavoro in studio, l'omonimo System of a Down, della band armeno-americana. Ebbene, tirando le somme, mettendosi a contare le milioni di copie vendute in questi anni, ed avendo ben stampato nella memoria il ricordo dell'energia che essi riescono a regalare ai propri fan ad ogni loro concerto, si comprende meglio la spasmodica attesa nutrita nei confronti del nuovo lavoro "on-air" uscito da poco, Mezmerize, prima parte d'un cd "a puntate" a cui la band capitanata da Serj Tankian ha dedicato gran parte delle energie creative.
Prima però di cominciare ad analizzare per bene il "materiale" di quest'ultimo lavoro dei System of a Down, conviene ricordare il valore di artisti come questi in un campo importante ma avaro di innovazione come quello del Metal, perchè di Metal qui stiamo parlando.

Sperimentare stili diversi, pur rimanendo saldamente coi piedi sul pietrisco duro ed appagante dell'Hard Rock, significa scontrarsi con talmente tanti mostri che, per rimanerne intatti pur mantenendo la propria creatività, ciò implica o l'essere odiati da quella frangia di rocker fedeli al sound della Vecchia Scuola, o il venir accusati di sembrare "commerciali", abbracciando tanti stili musicali diversi per arrivare a più ascoltatori possibili.
Sembrerà persino controcorrente, ma questo tipo di ragionamenti ipocriti ed ottusi fanno venire la pelle d'oca. Per un solo motivo, e qui approdiamo di nuovo nel porto da cui siamo partiti: ascoltando per bene Mezmerize, si percepisce netta la sensazione che tutto il materiale di questo cd vada in una ed una sola direzione, ossia quella di sperimentare attraverso testi di contestazione mai scontati, aiutandosi con un utilizzo più ampio degli strumenti che la madre Musica mette a disposizione dei propri figli.

Partendo da Soldier Side, per finire con la struggente Lost in Hollywood, qui si ha l'idea di avere tra le mani uno dei migliori lavori Rock degli ultimi anni, sicuramente il più completo ed accessibile cd dei System of a Down. E qui però sorgono i punti interrogativi: che sia l'estrema accesibilità di un lavoro Metal, l'unico vero problema in Mesmerize? Guardando al passato recente della band, notiamo come in Steal this Album, all'interno d'un disco simil-piratato nel package, si riesce a scorgere tra una miriade di suoni incalzanti e potenti, delle perle artistiche come Innervision o Roulette che, ergendosi tra la moltitudine vorticosa di suoni e ritmi incalzanti, davano quella sorta di "dipendenza" verso questa o quella parte del cd. In Mesmerize, invece, si rischia quasi di fare indigestione di capolavori. Il povero ragazzo in preda ai suoni di B.Y.O.B., ad esempio, rimarrebbe scosso dalla bellezza estraniante di Revenga, traccia subito dopo in scaletta, oppure da Radio-Video, o da Cigaro o dalle successive.
Una citazione ad-merito infine per le due canzoni conclusive, Old School Hollywood e Lost in , simili solo nel nome ma non per questo indegne d'essere definite ambedue quali i prossimi inni che i fan oramai oceanici dei System of a Down canteranno ai prossimi concerti del gruppo.

Si potrebbe anche parlare di quanto sia bello il nuovo sound, ora che alla voce di Tankian si è aggiunta quella di Malakian, il Noel Gallagher della band; si potrebbe notare quanto sia appagante starsene in macchina, ascoltare Sad Statue, e vedere i passanti cominciare a chiedersi chi sia quel ganzo con in stereo i System of Down; si potrebbe continuare all'infinito, ma tanto le parole non servirebbero a farvi rendere Mezmerize più bello di quello che già è; quindi 9 ai riff di chitarra, 10 ai testi e all'impegno sociale e 2 alla copertina cartonata che si disintegra come il nucleo dell'uranio dentro una bomba atomica.