Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Roberto Vitale
Genere: 
Etichetta: 
RCA
Anno: 
1977
Line-Up: 

- Bryan Connolly - voce solista
- Andy Scott - voce, chitarre, tastiere, sintetizzatori
- Steve Priest - voce solista, chitarra basso, armonica
- Mick Tucker - voce, batteria e percussioni.

Tracklist: 

1. Fever Of Love
2. Lost Angels
3. Midnight To Daylight
4. Windy City
5. Live For Today
6. She Gimme Lovin'
7. Laura Lee
8. Hard Times
9. Funk It Up


Sweet

Off The Record

Nati come gruppo Glam Rock senza grosse pretese artistiche, gli Sweet ebbero uno straordinario successo agli inizi degli anni 70, grazie ad alcune canzoni di facile ascolto, composte per loro dal duo Nicky Chinn / Mike Chapman.
Brani che tutti coloro che amano le sonorità dure e che hanno passato da qualche anno gli 'anta, hanno più o meno canticchiato.
Blockbuster, Ballroom blitz, Poppa Joe, Little Willie, Wig Wam Bam e la più dura Hellraiser, sono state colonna sonora di feste di compleanno dove la trasgressione consisteva nel bere qualche bicchiere in più di birra, mentre il mangiadischi, consumava i solchi di questi jurassici 45 giri.
C'era in quella musica solamente la voglia di divertirsi, nessuna ricerca sonora, niente a che vedere con i mostri sacri dell'hard rock inglese dell'epoca, Led Zeppelin, Deep Purple, Black Sabbath, Uriah Heep, men che meno con le sonorità complicate del progressive di King Crimson, Yes, Genesis ecc.
Tuttavia gli Sweet piacevano, anche se occorre sottolineare che anche loro erano in grado di comporre musica, che risultava molto più dura rispetto alle canzoni scritte per loro da Chinn e Chapman.
Se si è mai avuta la possibilità di ascoltare un loro ormai raro album dal vivo, uscito solo in Italia con il titolo di Live in England, ma inserito anche nel doppio semi antologico Strung Up del 1975, risulta chiara la notevole differenza di approccio. (Esiste anche una versione, ancora più rara che contiene diversi brani in più, dal titolo di Live in Denmark)
Rock molto duro, magari non suonato splendidamente ma grondante sudore in quantità industriale.
Con il tempo, i rapporti tra il gruppo ed il duo Chinn/Chapman si deteriorarono a tal punto da rendere inevitabile la separazione, peraltro condita da ripicche ed accuse.
Gli Sweet decisero quindi di fare da soli assumendosi l'onere di comporre e produrre tutto il materiale inciso a partire dal 1976, il cui primo risultato fu Give us a wink, album comprendente i classici The Lies In Your Eyes e soprattutto Action e che riversava, attraverso testi rabbiosi, forti apprezzamenti negativi verso coloro (Chinn e Chapman) che secondo il parere dei quattro Sweet, avevano utilizzato il gruppo, per fare un mucchio di soldi, disconoscendo una propria valenza artistica.

Ecco perchè quando nell'Aprile 1977 uscì Off The Record la curiosità era enorme per due motivi; uno prettamente musicale, vista l'estrema durezza del precedente lavoro, l'altro relativo ai testi, che improvvisamente erano diventati sferzanti e che poco avevano a che fare con la bubble gum music degli esordi.
Già ad un primo ascolto il disco scombussola le carte nel senso che non è molto omogeneo a livello stilistico, presentando alcuni echi del passato in brani come Live For Today, reminiscenze Sabbathiane in Hard Times, curiosi tentativi di funky rock (Funk It Up).
Ma è soprattutto la convinta ricerca di spunti melodici a prendere il sopravvento, il tutto, ripeto, se paragonato a Give Us A Wink, vera pietra angolare nella carriera degli Sweet.
Proprio questa ricerca melodica è alla base dei due primi brani della raccolta: Fever of love e Lost Angels.
Anche i testi si fanno meno cruenti e cercano quanto possibile di essere coerenti con il tipo di musica suonata.
"You took the apple from the tree, and gave the fruits of love to me, but love is blind I couldn't see", (Fever of Love), nulla a che vedere ad esempio, con una delle più celebri canzoni degli Sweet del primo periodo (Blockbuster) che invece recitava: "You better beware, you better take care, you better watch out if you've got long black hair".
Anche la musica risente di tale scelta, nel senso che la sezione ritmica, da sempre piatto forte del gruppo, si limita a non esagerare, mentre qua e là si assiste ad una spruzzata di sintetizzatori. Breve anche l'assolo di Andy Scott, che sparerà le sue cartucce migliori più avanti.
Lost Angels prosegue sulle stesse coordinate del brano precedente miscelando sapientemente tratti acustici ad altri elettrici. In questo brano è molto più evidente la presenza di un sintetizzatore.
Il primo pezzo di un certo rilievo del disco è sicuramente Midnight To Daylight, che accennando ad alcuni elementi caratterizzanti del primo periodo del gruppo, quello glam, si trasforma poi nel break centrale grazie ad un ottimo assolo di chitarra e alla presenza di un' armonica che rende vagamente bluesy il brano, inoltre nella parte finale armonica e chitarra dialogano in maniera molto brillante.
Un potente riff hard rock apre il brano più bello del disco, Windy City, oltre sette minuti di potenza sonora accompagnate da un testo che esprime un disagio forse mai ascoltato in una canzone degli Sweet: "Your dad's in the slam, your mama's a whore; no one understands you, couldn't help bein' poor. But when I get rich, I'll get my kicks, from givin' it all away".
Il break centrale dopo un lungo assolo di Scott viene poi a colorarsi di atmosfere totalmente diverse, con il sintetizzatore in evidenza, tanto da assumere connotati vagamente progressivi, che saranno sviluppati in seguito soprattutto nell'album sottovalutato, ma splendido, Cut above the rest. Di Live For Today abbiamo già accennato in precedenza, è il brano che più di ogni altro ricorda gli Sweet del passato.
She Gimme Lovin' colpisce soprattutto per la gran quantità di elettronica inserita nel break centrale, dove sintetizzatori, echi e riverberi la fanno da padrone, credo si tratti del punto più basso del disco, che riprende quota con una ballata semi acustica, Laura Lee, dal testo malinconico e nostalgico.
Il brano scivola via dolcemente fino alla parte finale che lo trasforma in un hard rock melodico che gli Sweet svilupperanno in seguito componendo un ulteriore brano, Show me the way, che formerà un tutt'uno con l'iniziale ballata.
Hard times, ovvero gli Sweet che si ispirano ai Black Sabbath; ascoltare per credere il riff iniziale e l'incedere dei versi. Interessante la parte strumentale, con Andy Scott in grande evidenza.
Si arriva così a Funk It Up, dove il gruppo tira fuori dal cilindro un brano che non ha nulla a che vedere con tutto il materiale proposto, si tratta infatti di un brano che scimmiotta il funk, con la parte centrale affidata ad un sax (!!!) e la chitarra che ripete accordi tipici della disco. Che dire, i puristi storceranno il naso, ed effettivamente il brano coglie di sorpresa. Sicuramente il disco poteva essere chiuso in maniera diversa.

Va detto, per onore di cronaca, che anche questo album ebbe una tracklist diversa a seconda del luogo di pubblicazione.
In questa sede è stata dunque considerata la versione europea del disco, che in America fu pubblicato con diverse varianti e con l'aggiunta di Stairway to the stars, che fu scartato dalla versione Europea, venendo poi pubblicato come terzo singolo dopo che i primi due estratti (Lost Angels e Fever Of Love) furono un flop commerciale, tranne che in Germania dove le canzoni raggiunsero la top 20.

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