- Leonardo - voce
- Dusk - chitarra
- Hicks - basso
- Lord of Illusion - batteria
1. Burial in Autumn
2. My Nuptial Sepulchre
3. In the Shadow of Death In the Shadow of Love
4. Last Prayer
5. Celestial Crime
6. Love Me to Death
7. Endless River of Cry
8. Cursed
9. Death is Waiting for Your Heart
10. Infernal Forest
Black Heart
Ci sono due cose che possono rendere fastidioso l’ascolto di un album: rilevare il plagio, rilevare l’autoplagio. Per non parlare poi di quando li si trova addirittura insieme. Prendete gli HIM, spersonalizzateli e appiattiteli, e poi col risultato, non di per sé tanto negativo, sfornate altri brani come se usaste uno stampino, e otterrete Black Heart degli Svenia. Per carità, alcune tracce dell’album sono più che piacevoli piacevoli.
La opener, Burial In Autumn, ha la giusta carica per far ben sperare, e anche la nona Death Is Waiting for Your Heart, cattura subito l’ascoltatore. Ma tutto finisce qui. Non si rivela traccia di personalità, che per fare bella musica è indispensabile. Sembra quasi che questi ragazzi abbiano ragionato chiedendosi: che genere di musica potremmo scegliere per avere un po’ di successo? E la scelta cade su un gothic rock di facile ascolto, troppo melenso, dalle tematiche trite e ritrite, che strizza l’occhio con fare sornione agli (e chi sennò) HIM. Tracce ripetitive e noiose, con le dovute e già citate eccezioni, che però non fanno altro che ricordare come si possa facilmente farsi catturare da cliché piuttosto in voga, perdendo magari la spontaneità che, perché no, non è detto che non ci sia. Latente, ma ci sia. E, infine, non può non lasciare un po’ perplessi la pronuncia inglese del singer. Nessuno pretende un’impeccabile dizione oxfordiana, ma lavorare un po’ di più sulle “R” rutilanti e sui dittonghi, non farebbe malissimo.