- Jimi Jamison - voce
- Jim Peterik - tastiera
- Frankie Sullivan - chitarra
- Stephen Ellis - basso
- Marc Droubay - batteria
1. I Can´t Hold Back
2. High On You
3. First Night
4. The Search Is Over
5. Broken Promises
6. Popular Girl
7. Everlasting
8. It´s Singer Not The Song
9. I See You In Everyone
Vital Signs
Avevano già raggiunto un ampio successo grazie a Sylvester Stallone e al suo Rocky, per il quale composero più di una canzone, Eye Of The Tiger, contenuta nell’omonimo album del 1982, e Burning Heart, ma proprio ciò ha sempre rappresentato un’arma a doppio taglio per questo combo americano, infatti sono in molti a conoscerli, ed ingiustamente a snobbarli, per queste due sole canzoni, senza magari sapere che oltre al bellissimo album succitato, sono due i veri capolavori della discografia dei Survivor (aggiornata di recente con l’ultimo e bellissimo Reach), cioè Vital Signs del 1984 e When Seconds Count del 1987.
Vital Signs fu il quinto album della band fondata da Frankie Sullivan e Jim Peterik sul finire degli anni ’70, ma è il primo con Jimi Jamison dietro il microfono a sostituire l’altrettanto valido vocalist Dave Bickler, con il quale erano venuti fuori albums meravigliosi come Premonition, il più volte citato Eye Of The Tiger e Caught In The Game. Ma soprattutto Vital Signs è l’album che può da solo definire il termine AOR, o se preferite Melodic Rock, un concentrato di linee melodiche capaci di trasmettere emozioni, che ti entrano dentro fin dai primi ascolti e che una volta assimilati sembrano appartenerti da una vita, con la calda e magistrale interpretazione di Jamison, che non tardò a ritagliarsi in compagnia del singer dei Journey Steve Perry la considerazione di miglior voce del Rock melodico, sostenuta dalle tastiere di Peterik e dalla chitarra di Sullivan capaci di tradurre nel concreto la poesia delle loro composizioni.
L’inizio è dei migliori, con la grandiosa opening-track I Can’t Hold Back, emozionante nel suo vitale ed irresistibile refrain, come la successiva High On You, dove le linee di chitarra vive e melodiche si fondono in perfetta simbiosi ai suoni della tastiera, che presto divennero due dei loro brani più popolari, poi l’inizio lento e romantico di First Night lascia presto spazio ad un andamento più sostenuto e adrenalinico e pur sempre melodico, e si continua con la melodia pacata e romantica della ballad The Search Is Over. Ma tutto ciò è solo l’antipasto di ciò sta per arrivare, e si riparte con Broken Promises, la mia preferita, trascinante e melodica in possesso di un refrain che in quanto a tasso adrenalinico non ha niente da invidiare neanche alle varie colonne sonore del pugile italo-americano, ed anche Popular Girl mantiene caratteristiche simili presentandosi anch’essa come una delle migliori del lotto. Le restanti tre canzoni che completano l’album sono la favolosa Everlasting, grintosa e nostalgica, e le meno quotate ma pur belle It´s Singer Not The Song e la più mielosa I See You In Everyone.
Vital Signs fotografa alla perfezione il Rock made in USA degli anni ’80, quello che vede con fiducia al sogno americano, quello dei vari film e telefilm ambientati tra Miami e le coste della California, un sound emozionante e sognante che faceva delle melodie il suo vero punto di forza.