- Stephen O'Malley – Chitarra
- Greg Anderson – Chitarra
- Attila Csihar – Voce
- Steven Moore – Organo
- Lasse Marhaug – Elettronica
1) Why dost thou hide thyself in clouds? [15:08]
2) Cannon [18:05]
3) Cymatics [15:46]
4) Masks The Ætmospheres [15:15]
Dømkirke
Registrato dal vivo a Marzo 2007 nella cattedrale medioevale di Bergen e pubblicato esclusivamente in edizione doppio vinile, “Dømkirke” torna finalmente a proporre materiale interessante sotto il moniker Sunn O))): se recentemente O'Malley e Anderson s'erano affaccendati in progetti più o meno paralleli (dai Pentemple ai Burial Chamber Trio, dagli Æthenor ai Gravetemple, a chissà cos'altro), ora si torna finalmente a sentire qualcosa di valido per il loro gruppo più celebre – ed era tempo, visto e considerato che l'ultima uscita degna di grande attenzione targata Sunn O))) risale oramai a due anni fa (ci si riferisce all'album in collaborazione coi Boris).
Che c'è di così buono in un nuovo live album dei Sunn, dunque?
Innanzitutto il mix avvincente di persone, strumenti e luoghi: la location anomala e decisamente affascinante 'presta' difatti il suo organo alle mani di Steve Moore (apprezzabile il suo contributo ai dischi recenti degli Earth), ed inoltre ai due chitarristi incappucciati si accompagnano un maestro dell'elettronica locale (Lasse Marhaug) e il vocalist magiaro Attila Csihar, membro dei norvegesi Mayhem sia attualmente che ai tempi del classico “De Mysteriis...”.
Ma, cosa ancora più importante, di buono c'è anche la musica che il suddetto mix permette di costruire: addirittura nel primo brano “Why dost thou hide thyself in clouds?” il suono della live-band arriva a prescindere dalle chitarre (!) mettendo in mostra un duetto tra gli sfondi poderosi dell'organo di Moore e la stentorea voce impostata di Csihar, impegnato in cori più o meno medievaleggianti piuttosto inquietanti: insomma, un'introduzione ottima e curiosa, perfetto prologo alla distruzione della successiva “Cannon”, nuovamente con Csihar in voce pulita – ma stavolta tenuto strettamente a bada dai ruggiti terrificanti delle chitarre degli americani, per un assalto Drone di pregevolissima fattura.
Le ultime due “Cymatics” e “Masks The Ætmospheres” vedono un contributo ben più sostanzioso da parte dell'elettronica noisy di Marhaug (addirittura decisivo in alcuni momenti, sostanzialmente nascosto in altri), con Attila che passa al cantato in screaming (per modo di dire, vista la scarsa convenzionalità del suo stile, in cui si sprecano growls pieni d'echi ed effetti, passaggi in un terrificante pulito gutturale, risate diaboliche e strida animalesche), mentre organi e chitarre (che in “Cymatics” paiono veramente ululare assieme ad Attila tra fischi assordanti e distorsioni assortite) lottano ferocemente per conquistare il proscenio a suon di decibel: l'intensità e la durata sono notevoli, ma il suono rimane stimolante e la significativa qualità della prima metà del disco viene assolutamente confermata, così come il ritrovato stato di grazia dei Sunn.
Tra le curiosità annoveriamo invece il fatto che la copertina sia stata disegnata da Tanja 'Nacht' Stene (chi segue il Black Metal la ricorderà certamente per alcuni suoi storici artworks, chi apprezza il Dark Ambient di casa CMI non dovrebbe essersi fatto mancare il suo vecchio album a nome Aghast con Nebelhexe) – una scelta certamente non casuale che completa degnamente l'influenza 'norvegese' in questo “Dømkirke”.