- Thomas Skinlo Høyven - voce
- Øyvind Madsen - chitarra, basso, tastiera
- Eivind Huse - chitarra
- Mads Herman Guldbekkhei - batteria
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1. The Summoning
2. Realms Of Darkness
3. Two Thousand Years Of Plague
4. The Descent
5. Split Blood & Brente Knokler
6. Cursed Madness
7. A Relic For The Damned
8. Great Shadow Rising
9. Master of Storms
Cursed Madness
I norvegesi Sulphur compaiono per la seconda volta sulla scena internazionale black metal, grazie a Cursed Madness, opera di quasi quaranta minuti, strutturata in nove tracce e realizzata grazie alla francese Osmose Productions, ormai specializzata nelle frange del metal estremo.
I quattro ragazzi scandinavi si presentano dunque al loro pubblico con un full-lenght potente, denso di ombre e cattiveria, con il chiaro intento di stupire e soddisfare i palati raffinati. Stilisticamente infatti la band ripercorre i canoni fondamentali del black/thrash europeo, eseguendolo in modo ottimale e arricchendolo di alcuni sprazzi elettronici (un orrorifico giro di piano introduce ad esempio la strumentale The Descent). Da ciò è da segnalare principalmente un vocal efficace a una resa sonora travolgente e dinamica, la quale si esprime sulle magistrali linee vocali del connazionale Satyr. Si tratta di uno screaming cavernoso e rauco, che impreziosisce sicuramente canzoni come l’iniziale The Summoning o la title-track. Il mood del disco è pertanto fortemente dinamico e malefico; la sua peculiarità più importante è sicuramente una resa sonora che non potrà che migliorare con l’esecuzione live.
La struttura armonica, ricca di complessi intrecci strumentali, gioca su improvvise svolte di chitarra, ma soprattutto di batteria. Questa componente strumentale caratterizza fortemente l’andamento sonoro in tutta la sua violenza, grazie a poderosi cambiamenti ritmici, come testimonia la colossale Realms Of Darkness. La band si permette poi spunti sinfonici avantgarde-black nella successiva Two Thousand Years Of Plaghe, nella quali ci riporta perfino alle vie percorse dai pionieri Ephel Duath, quando alla fine degli anni ’90 si presero la responsabilità di rifondare in senso sperimentale il black metal.
Così facendo, i Sulphur ci assicurano doti tecniche all’altezza della situazione e un’assodata abilità di asservire queste capacità alla resa di un sound energico e distruttivo. La definizione di atmosfere oscure e tetre nasce proprio dai singoli intrecci sonori, che intervengono puntualmente, senza mai risultare eccessivi o fuori posto.