- Michael "Bodenski" Boden - chitarra, voce, ghironda
- Michael "Simon" Simon - chitarra, voce
- Eric Fish - cornamusa, voce, ciaramella, flauto
- Ingo Hampf - chitarra, flauto, mandolino
- Silke "Frau Schmitt" Volland - violino
- Silvio "Sugar Ray" Runge - basso
- Simon Michael Schmitt - batteria
1. Meine Seele Brennt
2. Puppenspieler
3. Auf Kiel
4. Umbra
5. Voodoo
6. Wehe Stunde
7. Die Trommel
8. Unentdecktes Land
9. Hohelied
10. Canticum Satanae
11. Tanz auf dem Vulkan
12. Fatum
13. In der Stille
Bastard
Formatisi nel 1992 a Potsman in Germania, i Subway To Sally giungono al nono studio album con questo Bastard targato Nuclear Blast. La numerosa compagine teutonica (i membri infatti sono sette) è dedita ad un sound che raggruppa sia metal che rock grazie alle innumerevoli influenze, le principali quali il folk e il medieval. Una lunga e copiosa carriera dunque, che iniziò a stento e per il cantato tedesco e per un genere molto di nicchia, reso ancora meno accessibile dall'utilizzo di strumenti "non canonici" come la cornamusa, il liuto, ma anche la ciaramella e la ghironda. A due anni dunque dal precedente full-lenght, Nord Nord Ost, ecco dunque i sette ritornare alle scene con Bastard.
Un album onestamente difficile, molto dettagliato ed esasperato dall'utilizzo massiccio degli strumenti sopraccitati, che rendono il tutto poco digeribile e assolutamente non immediato. La cantata tedesca di sicuro non aiuta l'ascoltatore, ma è appunto la parte strumentale che gioca un fattore determinante: basti pensare ai Rammstein che utilizzano anch'essi il tedesco, o ai Finntroll lo svedese, e si capisce che "l'handicap" della lingua è uno scoglio sormontabile quando l'impatto sonoro è di ben diversa caratura. I Subway To Sally invece si focalizzano principalmente sui concetti, in quanto le melodie sono molto lente e trascinate, fino all'eccesso a volte (la seconda traccia, interamente strumentale, ne è un chiaro esempio), lasciando spesso alla narrazione la chiave del brano. Le melodie medievali alla base suonano come le classiche storie senza dimensione, in cui la base musicale altro che non culla la voce che i tre vocalist della band si spartiscono, ovvero Michael, Micheal Simon e Eric. Un disco insomma che non decolla mai, se si è in cerca di un certo ritmo o anche di una minima verve, in questo Bastard non c'è traccia, in quanto il trend calmo continua inesorabile per la quasi intera durata del platter. Su tredici tracce infatti, le sole Die Trommel e Canticum Satanae hanno quel brio che non sarebbe guastato in dose maggiore. Il gap dunque del tedesco viene colmato dalla freschezza musicale delle proposte, dal sound movimentato e dalle atmosfere più incisive che scaturiscono dall'insieme dei vari elementi. L'utilizzo inoltre di flauti, violini e cornamuse nel corso della release rievoca sovente il folk "d'oltremanica", Irish e Scottish per la precisione.
Album da prendere con le molle questo Bastard, i non cultori della band e i non fanatici del medieval-folk difficilmente riusciranno a reggere tredici tracce nella loro intera pienezza. Qualche song infatti risulta essere più vivace e accessibile, soprattutto nella seconda parte del full-lenght, ma nel complesso rimane un album di difficile approccio e comprensione. Uno stesso ascolto preventivo potrebbe non dirla tutta comunque, perché questo disco di sicuro fa parte di quella categoria che va giudicata nel tempo.