Voto: 
7.5 / 10
Autore: 
Damiano Cembali
Genere: 
Etichetta: 
Sumerian Records/Victory
Anno: 
2009
Line-Up: 

- Drew York – vocals
- Tom Williams – guitar
- Wes Young – guitar
- Ryan Thompson – bass
- Dan Bourke - drums

Tracklist: 

1. Lucid Dreaming
2. Manipulator
3. Negative and Violent
4. Mitra
5. Damien
6. Fraudulent
7. The Things You Own End Up Owning You
8. Comrades
9. Black Anchor
10. Nigeria
11. Make Your Own History

Stray from the Path

Make Your Own History

Originari di Long Island, New York, i giovanissimi Stray From The Path bissano il buon esordio di Villains, uscito appena l’anno scorso, con questo graffiante Make You Own History, che ripropone e ribadisce la loro natura metalcore fortemente crossover-izzata: strutture ritmiche caotiche fino all’incomprensibile in perfetto stile mathcore (Damien), effetti sonori elettronici tremendamente capziosi (Negative And Violent), sottofondi stridenti tipicamente noise (Fraudulent), vocalità ovviamente assassine come il metalcore impone (più che sufficiente la prova del singer) e che, supportate da inserti strumentali dal groove galoppante (Mitra, The Things You Own End Up Owning You, Black Anchor), non di rado sembrano avvicinarsi a cadenze rap, drumming feroce e rapidissimo (Comrades, Nigeria) e per finire un’innata propensione ai riffs iper-tecnici e in primo piano (la terrificante titletrack) sulla scia degli Every Time I Die dell’ultimo New Junk Aesthetic

Aggiustata definitivamente la line-up con l’ingresso in pianta stabile dell’ex drummer degli This Is Hell Dan Bourke, già presente durante il loro tour in compagnia di Recon e Sondiers, gli Stray From The Path hanno forse raggiunto la quadratura del cerchio, perché se è vero che Make Your Own History, prodotto da Misha Mansoor (Periphery, Bulb) ed edito da Sumerian Records, presenta ancora numerosi difetti di fabbricazione, soprattutto in termini di forzature eccessivamente cervellotiche e scelte di songwriting in parte fuori contesto, tuttavia il sound risulta potente e incisivo allo stesso tempo, talvolta producendosi in un muro sonoro di straordinario impatto fisico, le partiture evidenziano linee melodiche sotterranee davvero gradevoli e ficcanti mentre le sezioni più marziali e più prossime all’hardcore incitano all’headbanging più deleterio, esaltando un’impostazione ‘core di straordinaria vivacità e rabbioso livore.

Alla fine della fiera, i momenti peggio riusciti, o comunque più bisognosi di ulteriori rifiniture in sede di composizione, risultano proprio quelli maggiormente debitori del filone math-core, la succitata Damien in particolar modo, in quanto raggiungono, talvolta, picchi di confusione davvero vertiginosi i quali certamente non mancheranno di soddisfare i più fervidi ammiratori del settore, ma, per quanti preferiscano una proposta musicale meno ristretta e specifica, talvolta finiscono con l’assumere contorni inspiegabilmente prolissi, di quando in quando persino irritanti. 

Pur essendo un lavoro estremamente compatto, Make Your Own History presenta ugualmente uno spessore tecnico invidiabile, anche in relazione alla giovane età della band e alla sua poca esperienza discografica; resta, è vero, la nitida impressione di un opera ancora in parte grezza e talvolta poco lucida, ma quanto detto poco fa spiega perfettamente queste lacune compositive. Gli Stray From The Path dimostrano quindi di aver perfettamente acquisito la lezione impartita dal loro precedente Villains, proseguendo il loro percorso di crescita artistica con coerenza, coesione e grande consapevolezza della propria identità: Make Your Own History non è ancora l’album della completa maturità, ma certamente un passo in avanti verso un futuro che oggi appare assolutamente roseo.    

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