- Bruce Springsteen - voce, chitarra, armonica
- Steve Van Zandt - chitarra
- Clarence Clemons - sassofono, percussioni
- Roy Bittan - tastiere
- Max Weinberg - batteria
- Danny Federici - tastiere ed organo
- Garry Tallent - basso
1. Badlands
2. Adam Raised A Cain
3. Something In The Night
4. Candy's Room
5. Racing In The Street
6. The Promised Land
7. Factory
8. Streets Of Fire
9. Prove It All Night
10. Darkness On The Edge Of Town
Darkness on the Edge of Town
Uscito nel 1978, Darkness On The Edge Of Town è il quarto album di Bruce Springsteen, che segue a tre anni di distanza al successo di Born To Run. Nato nel New Jersey, da padre di origini olandesi e madre di origini italiane, il giovane Bruce è spesso costretto a continui spostamenti a causa della precaria stabilità economica della famiglia, fin quando non decide di tornare nel suo New Jersey per dedicarsi a ciò che più ama, la musica e la chitarra. Così nei primi anni '70 inizia a suonare insieme a Steve Van Zandt, Danny Federici e Vini Lopez, con i quali forma una band che dopo aver cambiato vari nomi sarà la sua E-Street Band. Frettolosamente etichettato dalla critica del periodo come il "nuovo Dylan", in realtà lo Springsteen degli anni '70 proponeva un rock grezzo e vivace, fortemente contaminato dal folk americano, ma il Boss usava la musica anche come mezzo di denuncia sociale, divenendo ben presto l'incarnazione del cantante popolare, narrando storie personali di dimenticati, perdenti, giovani illusi e ribelli, urlando la voglia di riscatto e di rivincita della classe operaia e dei ceti medo-bassi. Già nel precedente Born To Run le liriche erano spesso rivolte a tali situazioni, frequenti peraltro nel New Jersey di quegli anni che attraversava un periodo di profonda crisi, ma se in quest'album si trattava più di giovani ribelli e spesso illusi da quello che il Boss considerava il fallimento del sogno americano, ma ancora in grado di sognare e sperare, adesso in Darkness On The Edge Of Town i testi sono ancor più duri e riflessivi, trattando spesso di quella gente che ha perso pure la speranza, ma che non perde la voglia di reagire, la voglia di riscatto, come nel brano d'apertura Badlands, dove il cantautore ci dà il quadro di una società umile e laboriosa che non vede nessuna prospettiva di miglioramento delle proprie condizioni di vita, e si prosegue con il canto straziato e le chitarre taglienti di Adam Raised A Cain e la ballata melodiosa e quasi rassegnata di Something In The Night che trova sfogo nell'urlo straziato del refrain, Candy's Room che parte lenta, ritmata e cantata in tono sommesso per poi dar vita ad un rock grezzo e vivace, e poi l'altra lunga e stupenda ballata Racing In The Street, dove il protagonista cerca nelle corse una soluzione al miglioramento della propria vita. L'armonica apre The Promised Land, altro stupendo brano Rock melodioso intriso di Folk, con un refrain più energico e speranzoso, dove ancora una volta si parla del fallimento del sogno americano, tema ricorrente delle sue liriche, che poi verranno riprese anche da altri cantautori "popolari" degli States, da Tom Petty a John Cougar Mellencamp. Factory è un piccolo gioiellino di poco più di due minuti, che scorre dolce e pacato, invece Streets Of Fire ci riporta nelle strade della periferia americana, sempre popolata da perdenti, da gente che lotta per sopravvivere, e per questo il Boss usa il suo grido straziato, mentre Prove It All Night è un altro pezzo di Rock grezzo melodico e vivace con una magnifica prova di quei musicisti che da sempre accompagnano Bruce, infine la bellissima title-track, ennesima ballata Rock/Folk che canta la voglia di rivincita di chi pur avendo perso tutto non ha però perso la speranza di migliorare la sua condizione.
Dopo il successo di Born To Run, Springsteen si dedico più al palco e al contatto col pubblico, mentre la critica lo attendeva al varco per il suo nuovo album che tardava ad arrivare e già si mormorava di crisi compositiva, in realtà però il Boss stava studiando la scaletta dei brani da inserire, tanto che alcuni pezzi davvero belli rimasero fuori dalla tracklist finale, basti pensare a Because The Night poi cantate e portata al successo da Patti Smith. Ma alla fine, l'attesa è stata ripagata da un album speciale, profondo, poetico, mai cupo nonostante i temi trattati ma anzi vivace e quasi speranzoso, una sorta di reazione alle avversità, dieci stupende canzoni tra ballate melodiose e pezzi di Rock grezzo e contaminazioni Folk. La produzione è curata dallo stesso Springsteen e da Jon Landau, ex critico musicale divenuto poi manager e produttore del Boss per gran parte della sua carriera.