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- Gino Chiarizia - chitarra e voce
- Michele De Carlo - chitarra
- Luca Rossi - basso
- Enrico Tiberi - batteria
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1. My Devil's Hand
2. Faded
3. You Don't Deserve Anything
4. Waiting for the End
Faded
Gli Spellcraft sono una formazione di L'Aquila formatasi nel 1997 ma che è riuscita a raggiungere una line-up stabile per pubblicare un demo solo nel 2000.
Nel loro esordio Faded gli abruzzesi si presentano come un gruppo ispirato dagli Anathema e dai Katatonia di quegli anni, ed infatti l'influenza degli inglesi e degli svedesi si può riscontrare nella loro proposta, ma anche dai Paradise Lost, alfieri del death/doom e quindi fra i pionieri del gothic, la cui eredità è pesante.
Il disco sfortunatamente si rivela alquanto poco incisivo, affogando nella derivatività e nei clichè del gothic metal ma anche mostrando inesperienza ed un certo grado di acerbità nel songwriting che si mostra sconnesso e schematico. Le canzoni sono piatte e scialbe, macchinose nella loro struttura e fin troppo prive di personalità e mordente; poco incisive le chitarre, anche per via della produzione amatoriale che non permette granché a livello di suono (ma un'eccessiva compressione nelle distorsioni poteva essere evitata da parte del gruppo), mentre batteria e basso risultano poco dinamici e abbastanza scontati nelle loro ritmiche.
Inoltre l'esecuzione stessa è ogni tanto macchiata da qualche imprecisione. La voce del cantante Gino Chiarizia inoltre non convince, risulta spenta e priva del carisma dei frontman dei gruppi a cui gli Spellcraft si ispirano.
Nè My Devil's Hand nè la titletrack Faded riescono a mostrare una certa brillantezza, lasciando spazio solo alla monotonia e al torpore.
Così come You Don't Deserve Anything scorre in maniera insipida, facendosi sfumare via nell'anonimato, ed infine Waiting for the End si mantiene noiosa al punto da far veramente attendere all'ascoltatore la fine... ma del disco.
Da notare inoltre i titoli che sembrano proprio un'imitazione dei luoghi comuni più diffusi sulle tematiche doom metal e gothic metal afflitte-oscure-misantrope-mistiche-ecc. (non sappiamo dire dei testi invece, non avendoli a disposizione).
Nessuno spunto degno anche lontanamente di nota in totale. Insomma, questa demo è una dei plurime tentativi di molti mila gruppi di entrare nel mondo metal cercando di emulare i propri gruppi preferiti, cozzante però con la dura realtà: non basta ispirarsi a qualche nome grosso per tirare fuori qualcosa di buono, ci vogliono anche idee fresche ed una maggiore creatività che non debba essere troppo debitrice delle proprie "muse" - oltre che maggiore maturità e consistenza nello scrivere la musica.
Comunque ci sono anche bagliori positivi nel disco, difatti il gruppo sembra avere ambizione e voglia di migliorare, per cui una volta acquisite maggiori esperienza, sicurezza con i propri mezzi e confidenza nelle proprie capacità gli Spellcraft avranno ampi margini di miglioramento e diverse possibilità di dire qualcosa.
Aggiornamento: difatti fra aspetti negativi ed altri positivi nel corso degli anni gli Spellcraft sono nettamente migliorati rispetto a questo demo d'esordio.