Voto: 
7.0 / 10
Autore: 
Paola Andriulo
Genere: 
Etichetta: 
Autoproduzione
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Simone Rossi - voce
- Marco Avanti - chitarra
- Carlo Oreglia - basso
- Luca Bruno - batteria


Tracklist: 

1. Space Queen
2. West Side
3. Green Heron

Space Paranoids

Space Paranoids

Cuneo e Palm Desert: due città lontanissime; eppure non si direbbe dalla demo sfornata dai piemontesi Space Paranoids, il cui sound affonda le proprie radici proprio nello Stoner dei maestri Kyuss.
Uno Stoner arricchito spesso da tinte psichedeliche, come risulta evidente dalla copertina della demo: flora e fauna marine immerse in un oceano dai colori caldi che allargano e rapiscono la coscienza.

La prima traccia che apre la demo è Space Queen: un basso protagonista ci avverte fin dall’inizio delle influenze da deserto californiano, così come la batteria che scandisce ritmi che cullano l’ascoltatore. Dopo quasi due minuti di docile inizio arriva la voce: in punta di piedi, pian piano inizia a far suo lo spazio e a conquistare il pubblico col suo timbro caldo che però ben si adatta al paesaggio cosmico e acido degli altri strumenti. L’acidità da vero e proprio viaggio in solitudine viene spezzata dopo tre minuti da un cambiamento in puro stile Stoner (forti le influenze di Kyuss, Unida, Truckfighters, Hermano); è così che il pezzo si sviluppa e si lega al successivo, West Side. Quest’ultimo è un brano anch’esso dalle sonorità Stoner, un brano che regala anche spunti più tipicamente Southern/Doom: interessante la parentesi con l’assolo di chitarra, la batteria martellante, il basso presentissimo; una parentesi che porta poi alla ripetizione del ritornello finale con l’urlo della voce. Bel pezzo, orecchiabile ma non troppo da risultare scontato.

Green Heron è l’ultimo capitolo del lavoro: un viaggio della mente in un sound che ad occhi chiusi ti prende per mano e ti mostra come anche il freddo Piemonte possa colorarsi di tinte rosseggianti, quel rosso da miraggio desertico. Green Heron: un brano secco, acido e anche un po’ malinconico; un brano che ti fa volare per qualche minuto sul dorso di un docile airone.Un bel finale per una demo che purtroppo finisce troppo presto, proprio quando ci si era immersi in questo caldo e stravagante oceano di polpi, meduse, deserto.
Aspettiamo fiduciosi che questa band ci faccia gustare un primo piatto che possa ricordare l’antipasto misto di Space Queen, West Side e Green Heron. Un ottimo inizio.

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