1. Memory, hither come (3:07)
2. Eismahd (4:02)
3. Midwinternight (3:49)
4. Song of Innocence (4:25)
5. Raidho (4:43)
6. Futhark (2:19)
7. Midgard (2:54)
8. Comrade Enemy (1:33)
9. Thrymskvida (3:44)
10. Song of Experience (3:24)
11. The Runes are still alive (6:18)
12. The Sick Rose (5:23)
Helfahrt
Sonne Hagal è il nome di uno degli acts più rispettati ed apprezzati nel panorama Neofolk teutonico, un quartetto che con una manciata di 7’’ ed un paio di split si è conquistato un seguito non numeroso (visto il numero limitato di copie di queste pubblicazioni) ma discretamente fedele e ricettivo. Il maggior successo di pubblico e critica, però, i Sonne Hagal l’hanno ottenuto con l’unico full-length finora pubblicato, “Helfahrt”, un disco (giunto oramai alla terza ristampa) di notevole spessore che uscì nel 2002, a poco tempo dalla pubblicazione di altri due lavori di elevatissimo valore per la scena tedesca: sto parlando sia del celebre debutto dei Forseti, “Windzeit” , che del capolavoro degli Orplid, lo splendido “Nächtliche Jünger” .
Proprio a metà strada tra la tradizione tout-court dei Forseti e lo sperimentalismo degli ultimi Orplid potremmo collocare artisticamente i Sonne Hagal, band che ha alternato dischi contenenti musica rituale vicina al Dark Ambient elettronico (come nel 7 pollici “Starkadr”) a produzioni più facilmente inquadrabili nel Neofolk: in questo secondo filone si inserisce “Helfahrt”, un disco che è per larghi tratti caratterizzato da un Folk delicato ed intimo, ricreato dai magici echi dei violini, dai soffusi ritmi delle chitarre acustiche, dalle posate voci maschili e dagli eterei vocalizzi femminili, ma nel quale, talvolta, tornano a farsi intravedere alcuni battiti elettronici, a tratti quasi Darkwave, reminiscenti delle prime esperienze della band: è il caso, ad esempio, dei percussivi incipit di “Thrymskvida” e “Futhark”.
Dai titoli appena citati si intuisce inoltre la provenienza di una parte dell’ispirazione per la musica e le tematiche di Sonne Hagal, band che già nel proprio nome vuole richiamare un forte dualismo fra luce (il sole, ‘sonne’) ed oscurità (‘hagal’, con riferimento alle rune): la mitologia centro e nord-europea è infatti uno dei temi portanti di questo disco, come evidenziato anche da altre citazioni comprese nella tracklist del disco – se Futhark è il nome con cui si identifica l’alfabeto runico scandinavo, e la Thrymskvida è una delle sezioni più brillantemente divertenti dell’Edda poetica, Midgard è uno dei nove mondi compresi in quella mitologia e Raidho è il nome comunemente associato ad una delle rune dell’alfabeto appena menzionato.
“Helfahrt” è un disco che scorre con estrema semplicità, senza che inutili fronzoli o noiosi cali d’ispirazione impediscano la fruizione del disco: impossibile resistere alle coinvolgenti e sostenute “Comrade Enemy” e “Midwinternight”, alle poetiche e dilatate “Song of Innocence” e “Song of Experience”, e soprattutto alle dolci melodie di “Memory, Hither Come” o “Eismahd” – un meraviglioso pezzo, quest’ultimo, che due anni dopo sarà superbamente riproposto in “Erde” dai Forseti di Andreas Ritter, personaggio legato a doppio filo ai Sonne Hagal da amicizia personale e collaborazioni artistiche. E’ proprio Andreas, infatti, a graziare con la sua voce sia la delicatissima “Midgard” che la sperimentale, seppur non sempre ispirata, “The Runes are Still Alive”, comprendente anche ritmi al limite dell’Electro-Dark, rumori di fondo e distorsioni elettriche.
Rimanendo in tema di collaborazioni, è d’obbligo citare anche la liquida e distesa “Raidho” – nella quale è gradito ospite Kim Larsen degli Of the Wand and the Moon – un brano che pacatamente rilassa l’atmosfera, prima che la veloce e ritmica “Futhark” torni a dare un tono più malinconico e marziale ad un disco che è destinato a rimanere come uno dei più interessanti capitoli del Neofolk del nuovo millennio: “Helfahrt”, a cavallo fra classici temi pastorali ed intuizioni atmosferico-elettroniche, è un album che merita di essere conosciuto ed apprezzato da tutti gli appassionati del genere.