- Kim Gordon - basso, voce
- Thurston Moore - voce solista, chitarra
- Lee Ranaldo - chitarra, voce
- Richard Edson - batteria
1. The Burning Spear (03:28)
2. I Dreamed I Dream (05:12)
3. She Is Not Alone (04:06)
4. I Don't Want to Push It (03:35)
5. The Good and the Bad (07:55)
Sonic Youth
Nati nel 1981 come eredi della No Wave new-yorkese, i Sonic Youth fin da subito si distinsero per l’innovazione apportata al filone musicale Post Punk di quel periodo: distaccandosi dai canoni del Punk degli anni ’70-’80 ed avvicinandosi alle sperimentazioni Noise di Glenn Branca e dei The Velvet Underground, senza tralasciare punte di Garage Rock, come quelle provenienti dalla musica dei The Stooges, i Sonic Youth riuscirono a guadagnarsi ottimi responsi da parte di un pubblico non ancora vaccinato alla nuova ondata Noise.
Il primo ep omonimo Sonic Youth, risalente al 1982, mette in rilievo tutte le caratteristiche di una band che presto verrà catalogata all’interno del nascente Alternative Rock: cinque tracce bastano per esprimere le idee del quartetto americano, attraverso la cacofonia generata dalle voci stonate e dalle chitarre scordate. Linee di basso marcatissime costruiscono le ritmiche di ogni traccia con una batteria ripetuta allo spasimo, ma elaborata e sicura nei passaggi.
Le voci del chitarrista Thurston Moore e della bassista Kim Gordon si alternano a descrivere aloni folli, acidi o addirittura inquietanti. Si inizia con The Burning Spear, veloce nel suo ritmo di batteria e dotata di un’architettura sonora decadente, tutta basata sui giochi delle dissonanze delle chitarre; anche la voce si presenta disperata ed aspra, novità non assoluta per quegli anni nel Punk americano, ma pur sempre mai sperimentata su un tessuto sonoro così inusuale ed incomprensibile.
I Dreamed I Dream è profonda e lugubre nei temi portanti di basso, con le chitarre poste in secondo piano, quasi dimenticate ed echeggianti in lontananza; la voce parlata della Gordon rende l’atmosfera ancora più underground, in pieno stile new-yorkese.
Decadenza sociale e generazionale viene posta in evidenza in She is not Alone, sgradevole agli amanti delle melodie, ma stupenda per le sue scelte sperimentali: monotona e angosciante, ma pur sempre stracolma di spunti che andranno a formare i futuri Sonic Youth.
I Don’t Want to Push It segue la scia di The Burning Spear, attraverso i folli accompagnamenti dei tamburi imperfetti, ma dotati di grande fascino. The Good and the Bad, infine, è ancora intrisa di quel Punk settantiano che permane costantemente in sottofondo, costituendo l’elemento di partenza per gli sviluppi inimmaginabili delle chitarre.
I Sonic Youth non rimasero confinati solo all’ambito musicale, ma durante questi primi anni della propria carriera iniziarono a pensare alla produzione di libri di poesia e prosa, che andranno ad influenzare parecchio le liriche della band, e di filmati che resteranno indelebili nella storia di un genere avviatosi nelle periferie delle degradate metropoli statunitensi.