Voto: 
5.0 / 10
Autore: 
Edoardo Baldini
Genere: 
Etichetta: 
Nuclear Blast/Audioglobe
Anno: 
2008
Line-Up: 

- Richard Sjunnesson - voce
- Roland Johasson - voce
- Roger Sjunnesson - chitarra
- Robin Sjunnesson - chitarra
- Karin Axlesson - basso
- John "Runken" Bengtsson - batteria


Tracklist: 

1. Encaged (04:26)
2. Hellgate: Worcester (03:23)
3. Jack of Diamonds (03:41)
4. My Escape (04:10)
5. Fallout (03:51)
6. Power Shift (03:32)
7. Contradiction (03:32)
8. Damage Control (03:49)
9. Red Eyed Friend (04:43)
10. Affliction (05:11)

Sonic Syndicate

Love And Other Disasters

A meno di un anno dalla pubblicazione Only Inhuman gli svedesi Sonic Syndicate, la nuova band di punta di casa Nuclear Blast, ritornano sul mercato internazionale con Love And Other Disasters, ennesimo album di Metalcore carico delle influenze dell’Emo d’oltreoceano.
Dopo aver trascorso tour estenuanti a fianco dei celebri Dark Tranquillity, Soilwork e Caliban, i sei svedesi ripropongono gli stessi canoni del precedente disco, componendo dieci tracce simili tra loro e contraddistinte dal tipico sound melodico del Metalcore più commerciale.
Il tratto forse meno convincente è legato all’approccio vocale adottato dai Sonic Syndicate, impegnati ad alternare un lamento simil-Hardcore con dei cori orecchiabili ma alquanto sdolcinati.

Basta accostarsi all’opener Encaged per comprendere che poco è cambiato da Only Inhuman, in quanto il riffing più aggressivo rimane debitore del Death svedese, per lasciare poi spazio ad aperture banali e scontate. Le cavalcate impetuose simil-At The Gates non sembrano avere senso quando sono immediatamente seguite da voci clean maestose e decisamente prive di gusto, ma l’intero Love And Other Disasters prende forma proprio su questa poco convincente commistione.
Non manca poi il consueto sintetizzatore inserito ormai da anni da acts quali Dark Tranquillity, Soilwork ed In Flames per conferire un aspetto elettronico alle composizioni: le veloci scale o i tappeti su canzoni come Jack Of Diamonds appaiono sì coinvolgenti e ben eseguite, ma la povertà musicale dei Sonic Syndicate si percepisce nelle strutture prevedibili e poco efficaci.
Tralasciando inoltre le ballads lente e leggermente atmosferiche come My Escape, figlie del sound di plastica della corrente americana, poco resta di un disco che appare costruito a tavolino per piacere alle generazioni di teen-agers affascinati dalla nuova moda Emocore.

In definitiva Love and Other Disasters è un’opera completamente trascurabile nell’ormai immenso ed inarrestabile panorama Metalcore, perché tracce come Fallout venivano scritte in modo più valido dai Killswitch Engage all’inizio del Duemila ed attualmente qualsiasi epigono ha poco significato. I Sonic Syndicate si pongono quindi come una band preparata e travolgente nel suo impatto live, ma priva di qualsiasi inventiva e povera di idee a livello di stesura di episodi discografici: per coloro che invece avessero apprezzato il sound di Only Inhuman, si consiglia anche Love And Other Disasters perché ne potrà rappresentare una fotocopia ben prodotta e suonata.

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